Guerra in Israele

La guerra regionale ora è molto più vicina

L'attacco potrebbe essere il primo di una lunga serie

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La notte più lunga non solo per Israele, ma per l'intero Medio oriente che sta lasciando il mondo con il fiato sospeso. L'Iran degli ayatollah ha iniziato il suo attacco contro Israele. Una rappresaglia annunciata per il bombardamento israeliano di una palazzina del consolato della repubblica islamica a Damasco trasformato in centro di comando e controllo dei Pasdaran. Il rischio peggiore è che lo scontro degeneri in un conflitto regionale, senza quartiere, fra lo Stato ebraico e l'Iran dalle conseguenze imprevedibili. L'obiettivo di Hamas fin dalla strage del 7 ottobre.

Per il momento i Guardiani della rivoluzione hanno lanciato uno sciame di droni kamikaze, che ci metteranno del tempo prima di penetrare nello spazio aereo israeliano puntando sugli obiettivi. Una rappresaglia annunciata, che concede tutto il tempo necessario alle tre «cupole» di difesa israeliane di rispondere al colpo. Se fossero, come sembra «solo» qualche decina e non un centinaio di droni, come previsto, potrebbe essere, per assurdo un buon segno. Ti colpisco, ma ti avviso prima per non farti troppo male.

Questa è l'ipotesi più rosea e ottimistica. Lo sciame, ridotto, di droni, però, potrebbe essere solo il primo colpo per tastare le difese e lanciare nuove ondate per sfondarle e fare male. Non solo: i satelliti americani e le informazioni di intelligence segnalavano nelle ultime 24 ore che gli iraniani stavano spostando e attivando armi ben più micidiali dei droni, i missili balistici. I Pasdaran hanno a disposizione almeno 9 tipi di ordigni che possono tranquillamente coprire gli oltre mille chilometri fino ad Israele. E le testate non solo hanno un diverso numero di chili di esplosivo convenzionale, ma alcune possono venire armate con agenti chimici o biologici. Il grande ayatollah Alì Khamenei, guida suprema del paese cha ha dato luce verde all'attacco, non è un pazzo o uno stupido e non supererà, per ora, la linea rossa delle armi di distruzione di massa.

La lunga notte del vicino Oriente, però, può prevedere più ondate di attacchi con droni seguiti dai missili balistici, che l'Iran può lanciare contemporaneamente e in un numero tale da rendere impossibile, per qualsiasi sistema di difesa, fermarli tutti.

Non solo: I giannizzeri locali di Teheran dagli Hezbollah in Libano, agli Houti nello Yemen, agli stessi Pasdaran schierati in Siria, davanti al Golan in mano agli israeliani, potrebbero partecipare all'attacco multiplo mettendo a dura prova le forze israeliane.

Per di più, nelle ultime ore, non è un caso che in Cisgiordania siano aumentati gli scontri. Da mesi la divisione 4000 dei Pasdaran sta infiltrando armi per provocare una vera e propria sommossa palestinese. L'apertura di un secondo fronte interno, dopo Gaza, sarebbe un grosso problema per Israele.

Nella lunga notte, sull'orlo di un conflitto regionale devastante, i nostri soldati e marinai rischiano di trovarsi fra due fuochi. Un migliaio di caschi blu italiani della missione dell'Onu nel sud del Libano e le navi come il cacciatorpediniere Caio Duilio, che guida sul mare la missione europea Aspides per proteggere il traffico mercantile nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houti filo iraniani.

Gli assetti americani nell'area, a cominciare dalla squadra navale della portaerei Eisenhower darà una mano agli israeliani a rintuzzare l'attacco elevando ancora più il livello di scontro e la possibile escalation.

L'importante è capire quali sono gli obiettivi iraniani, se solo militari o civili e di che livello.

Alcun target, come la centrale nucleare di Dimona, super difesa, potrebbero far scattare la linea rossa della controffensiva israeliana sul territorio della repubblica islamica segnando il definitivo allargamento del conflitto.

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