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Per conquistare i moderati niente toni duri per Trump

Nel primo dibattito in diretta tv il candidato repubblicano ha evitato i toni duri. Ma così ha perso il suo fascino da ribelle

Per conquistare i moderati niente toni duri per Trump

Il cravattone azzurro: l'unico colore netto sul corpo di Trump era il colore del partito avversario (la Clinton ha fatto di peggio, o di meglio, in questo senso). Moriva dalla voglia di piacere alla sua avversaria («vorrei vederla felice») e così perdeva punti sul tabellone. Però aveva un bel vestito di taglio anonimo e la zazzera che non riusciva a governare quando si spazientiva. L'inglese di Donald è povero, ricco di aggettivi eccessivi (fantastico, magnifico, incredibile) e scarso di modulazioni intermedie. È un linguaggio apodittico e paternalista.

Il linguaggio non verbale, il body language, era quello di uno che ha paura di avere paura. Voleva piacere e dispiacere allo stesso tempo, dunque ha fatto un pasticcio. Quando la Clinton parlava, e gli dava addosso, lui annuiva con aria grave, come se fosse d'accordo con lei. Un espediente da studente ipocrita. Poi sfiorava con le labbra la punta del microfono sussurrando «Falso», oppure «Le cose non stanno proprio così». Effetto, modesto. Muoveva molto le mani e si toccava quella specie di parrucchino che si è allevato sulla fronte, dando una sensazione di incertezza e in qualche momento di debolezza. Non voleva attaccare e non voleva subire, la postura ne soffriva. Le sue famose facce cattive e sprezzanti, archiviate. The Donald stava facendo prove per la Casa Bianca con movimenti pacati e istituzionali alla ricerca della credibilità.

Quanto al linguaggio verbale, dei contenuti, il candidato repubblicano è andato molto bene, ma senza verve: l'America di oggi fa schifo «guardate i nostri aeroporti e confrontateli con quelli europei e asiatici» mentre chiudono le aziende che danno lavoro ai messicani legali, i quali saranno rimpatriati (dunque è il governo Obama che espelle i messicani. Efficace). Non una parola sul famoso muro col Messico: con una faccia angelica ha soltanto accennato alla necessità di dare al Paese frontiere sicure. Una marcia indietro notata dai suoi descamisados. Non una concessione all'accusa di razzismo: nei ghetti i neri si sparano fra di loro e siamo dominati dalle gang degli illegali.

Ha corteggiato il voto dei neri dicendo: il problema non è razziale ma di ordine pubblico, io ristabilirò legge ed ordine e porrò fine alla carneficina dei giovani neri che si sparano fra loro. PGuzz

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