Cronaca internazionale

I colossi social alla sbarra. "Siete sporchi di sangue"

In aula i Ceo di Meta, X, Snapchat, TikTok e Discord. "I vostri prodotti uccidono". Le scuse di Zuckerberg

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Scontro tra titani in Senato, dove è in corso la resa dei conti tra i giganti dell'hi tech Usa e i guardiani dei diritti e della privacy. Gli amministratori delegati di Meta, TikTok, Snap, Discord e X ieri hanno partecipato ad un'audizione ad alta tensione davanti alla commissione giustizia per rispondere ad un fuoco incrociato di domande riguardo la sicurezza online dei minori, e in particolare su come le loro società e le loro piattaforme tutelano i bambini e gli adolescenti. «I vostri prodotti uccidono. Avete sangue sulle vostre mani», ha tuonato il senatore repubblicano della South Carolina Lindsey Graham: «Queste aziende vanno domate e il peggio deve ancora venire».

Parole accolte dagli applausi di alcuni dei presenti in aula, fra i quali le famiglie di alcune vittime con le foto dei loro bambini morti o danneggiati dalle piattaforme social. Il Ceo di Meta Mark Zuckerberg si è rivolto proprio alle famiglie presenti chiedendo loro scusa: «Mi dispiace per tutto quello che avete dovuto passare. Nessuno dovrebbe attraversare quello che voi avete attraversato. È per questo che abbiamo investito così tanto e continuiamo a portare avanti sforzi per assicurare che altri non debbano passare quello che avete passato voi». Il senatore democratico dell'Illinois Dick Durbin che presiede la commissione giustizia, da parte sua, ha sottolineato come «lo sfruttamento sessuale dei minori online è una crisi in America». Oltre a Zuckerberg all'audizione hanno preso parte Linda Yaccarino di X, Shou Chew di TikTok, Evan Spiegel di Snap e Jason Citron di Discord.

I senatori hanno interrogato i cinque più importanti dirigenti tecnologici del Paese sui modi in cui le piattaforme online hanno consentito la diffusione di materiale pedopornografico, esposto i giovani a danni fisici e consentito l'estorsione nei confronti degli utenti Internet più giovani. «Tu e tutti gli altri su Snap non siete davvero riusciti a vedere che la piattaforma era uno strumento perfetto per i predatori sessuali?», ha chiesto Durbin a Spiegel. E quando Citron ha promosso una funzione di sicurezza rivolta agli adolescenti, il senatore lo ha incalzato: «Se funzionasse, non saresti qui».

I membri della Camera Alta hanno ripetutamente chiesto di abrogare o riformare una legge, la sezione 230 del Communications Decency Act, che protegge le piattaforme da molte azioni legali sui contenuti pubblicati dai loro utenti, spiegando che la misura rende impossibile per le vittime dello sfruttamento online chiedere giustizia.

Ma gli sforzi per modificarla si sono bloccati negli ultimi anni.

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