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I finanziamenti di Soros ai comunisti italiani

Dal banchiere ungherese pioggia di euro a esponenti Pd e Avs. Fdi: "Oscuri condizionamenti alla politica"

I finanziamenti di Soros ai comunisti italiani

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Bastava dirlo chiaramente. I duri e puri della sinistra italiana, quelli che si preparano a candidare Ilaria Salis all'Europarlamento, avrebbero potuto rendere noto per tempo quanto sta scoprendo in questi giorni l'Adnkronos: di avere ricevuto aiuti per centinaia di migliaia di euro dal circuito di George Soros, banchiere d'affari ungherese, quello che a colpi di speculazioni affossò trent'anni fa la sterlina e la lira, e che oggi è diventato un controverso filantropo liberal. Ma di essere aiutati da Soros - o da gente a lui assai vicina - non lo hanno fatto sapere nè Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, nè Marco Grimaldi, barbuto e battagliero deputato di Avs. Sono in buona compagnia: aiuti in contanti o in servizi sono arrivati anche a uomini e donne del Pd, tra cui l'ex deputato Stefano Ceccanti, gli onorevoli Nico Stumpo e Arturo Scotto, il senatore Michele Fina, l'ex governatore toscano Enrico Rossi, il segretario del partito a Genova Simone D'Angelo. Aiuti a volte modesti, a volte consistenti, che per legge hanno dovuto essere dichiarati.

La prima puntata della storia era arrivata l'altro ieri, quando era emerso che oltre un milione di euro è andato in due tranche ad una associazione femminista chiamata «Agenda», fondata dalle esponenti del Pd Rachele Scarpa, Sofia Di Patrizi e Caterina Cerroni. A inviare i bonifici, la fondazione di diritto svedese Democracy & Pluralism. Chi c'è alla testa della fondazione? Daniel Sachs, vicepresidente della Open Society, la fondazione che è il braccio operativo di George Soros.

Ieri emerge l'elenco dei finanziamenti arrivati a esponenti del Pd e di Avs. Da dove provengono? Da un'altra fondazione, questa con base negli Stati Uniti, la Social Changes, che si occupa di aiutare battaglie per i diritti civili e in particolare «giovani, donne e attivisti della società civile il cui ruolo guida viene troppo spesso disconosciuto» (come Fratoianni, da undici anni in Parlamento). Il sito web di Social Changes non dice da dove arrivano i soldi. Ma fornisce una indicazione interessante: come co-fondatrice e amministratore delegato compare una signora americana, Jessica Shearer, già con un ruolo importante nelle campagne presidenziali di Barack Obama, che oggi si presenta come protagonista della «rivoluzione politica digitale» e specialista in «campagne impossibili» in oltre venti paesi.

É la stessa Jessica Shearer che compare nella storia dei finanziamenti a «Agenda» da parte di Open Society, la fondazione guidata dal «vice» di Soros: al punto che viene designata, unica non italiana, a fare parte insieme alle tre giovani del Pd del consiglio direttivo dell'associazione femminista creata grazie al generoso contributo arrivato dalla Svezia tra il 2022 e il 2023.

Tutto il giro, insomma, porta in direzione del novantaquattrenne miliardario ungherese. D'altronde già Massimo D'Alema ai suoi tempi aveva una passione per Soros: i suoi eredi, evidentemente, hanno ereditato anche quella.

«Ecco come Soros e intellighenzia sinistra varia provano a condizionare la politica italiana», commenta Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia.

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