Politica estera

I rimpianti per un'intesa arrivata troppo tardi

I rimpianti per un'intesa arrivata troppo tardi

Incredibile ma vero: il prezzo del gas cala. Di più: ieri è sceso sotto il prezzo che aveva un giorno prima dell'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, il 23 febbraio. Perché? Perché finalmente il price cap è stato accolto dagli schizzinosi nonché affaristi europei. Quanto era necessaria la determinazione di due capi del governo italiano: Mario Draghi che ha elaborato l'idea strategica di porre un limite all'ascesa dei prezzi e Giorgia Meloni che ha tenuto duro. Il risultato dimostra che l'Italia sa essere protagonista e sa imporre con la forza della ragione agli egoismi sparsi. Dal 15 dicembre ad oggi il prezzo è sceso del 40 per cento ed è stata una caduta verticale che continua indipendentemente dal prezzo del petrolio. Il presidente russo Putin, fortemente indispettito per questi risultati che rendono l'Europa meno indipendente dal gas russo, ha ordinato il taglio di estrazione del petrolio in una misura che va dal mezzo milione a settecentomila barili al giorno. E ha annunciato che venderà gli idrocarburi prevalentemente all'Asia (specialmente India e Cina) e all'Africa. E il prezzo è sceso del 9% fino a 82 euro al megawattora, il che significa che è già sceso sotto la quota di 88 euro toccata alla vigilia dell'invasione Ucraina. Anche il metano ha perso il 40% del suo prezzo di partenza e non mostra alcun cambiamento per il calo della estrazione del petrolio russo. Siamo dunque in presenza di un risultato economico frutto di una decisione politica in cui il governo italiano ha avuto un ruolo di guida che ha trascinato i partner europei. E si tratta anche del successo clamoroso dell'Europa nel suo insieme perché finora è stato abbattuto il tabù secondo cui l'Ue avrebbe dovuto sottostare al ricatto russo e più ancora a quello dei fornitori e trasportatori di energia che si sono approfittati in maniera larghissima della guerra incombente facendo lievitare i prezzi delle compagnie assicurative. Che dovevano coprire i loro rischi. Il price cap è stato osteggiato dall'Olanda e da tutti i Paesi che potevano esercitare un signoraggio di intermediazione che ha accompagnato la speculazione. Certo, per arrivare a un risultato di questo tipo, ci sono voluti lunghi mesi di discussioni e mediazione. Con la speculazione che, nel frattempo, ha avuto buon gioco. Le bollette degli utenti sono aumentate a dismisura e i governi hanno dovuto correre ai ripari con aiuti pubblici per famiglie e imprese. Basti pensare che nella manovra che viene licenziata in queste ore dal Parlamento ben 20 miliardi su 35 sono dedicati agli aiuti energetici.

Politicamente, si tratta di una vittoria collettiva (anche se tardiva) guidata dal governo italiano che bilancia in abbondanza lo scandalo della corruzione che si è abbattuto sull'Europa.

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