Coronavirus

Ieri 6 nuovi pazienti ricoverati in terapia intensiva. "Entro Natale posti dimezzati nelle rianimazioni"

La previsione del fisico Battiston: "Ma alcune Regioni sono ancora in ritardo"

Ieri 6 nuovi pazienti ricoverati in terapia intensiva. "Entro Natale posti dimezzati nelle rianimazioni"

I grandi numeri che misurano la febbre del Covid saliranno ancora per 48-72 ore, poi inizierà la discesa delle curve con l'Rt che crollerà sotto l'1 in almeno 14 regioni d'Italia. A Natale vedremo dimezzati i numeri di ricoveri, terapie intensive e contagi. Ma ci vorranno altri tre mesi per tornare ai livelli di luglio.

Le curve matematiche raccontano molto se a leggerle è uno scienziato con il «pallino» del Covid come il professor Roberto Battiston, divulgatore scientifico e professore di Fisica sperimentale all'università di Trento. E proprio dalle sue proiezioni arrivano buone notizie. Anche se non per tutti. Innanzitutto, a livello nazionale, abbiamo davvero raggiunto il famoso plateau. L'indice di contagio, cioè l'Rt, ora assestato a circa 1,15, scenderà sotto la soglia critica 1 (quando una persona può infettarne solo un'altra). Ancora un giorno o due di numeri in crescita e poi potremo leggere dai bollettini il lento ritiro del Covid. A Natale vedremo dimezzati ricoveri, terapie intensive e contagi. Potremo vivere le festività se non in compagnia, quantomeno con più serenità.

Ma questa situazione di picco e discesa, non riguarda tutte le regioni. «In Abruzzo, Basilicata, Friuli, Sardegna, Sicilia e Puglia la situazione non è buona come nel resto d'Italia - spiega l'esperto In queste regioni la decrescita è molto più lenta. E il picco dei valori si sposta non a fine mese, ma a metà o addirittura a fine dicembre». Non è finita. All'appello delle regioni meno virtuose mancano la Calabria, l'Umbria e la Val d'Aosta. «In queste regioni i dati disponibili non sono ancora completi taglia corto Battiston dunque non è possibile fare serie proiezioni». Se così stanno le cose, la situazione Covid viene capovolta. Al Nord si tirerà il fiato, al centro Sud si dovrà tirare il freno. Sarà proprio il Mezzogiorno a dover fare attenzione alle tradizionali feste e riunioni sia a Natale che a Capodanno: il rischio d'un impennata di contagi può essere molto alto. Più tranquilla sarà la situazione in Veneto, Lombardia, Toscana, Piemonte, Emilia, ma anche Campania e Lazio, Ma questo non significa che verranno rilasciate le misure di contenimento. La pressione ospedaliera sarà però allentata. «Con il massimo del picco chiuderemo a poco meno di 4.000 terapie intensive in tutta Italia poi comincerà la discesa. Anche i ricoveri, raggiunto il massimo dei 40mila casi, stanno cominciando a diminuire e la curva tenderà a dimezzarsi con la stessa rapidità aggiunge Battiston Identifo andamento per gli infetti, che saliranno al massimo a 840 mila per poi diventare 400mila a metà dicembre».

Battiston però non canta vittoria e raccomanda massima cautela. «A ottobre è successo qualcosa di pericolosissimo. Siamo arrivati sul ciglio del precipizio. E ora ci stiamo ritraendo. Ma i numeri, anche se in discesa, sono enormi e serve tanta cautela. Il contagio circola ancora in modo intenso». Battiston, sciatore provetto, ammette che quest'anno farà a meno delle piste. A malincuore. «Se andiamo tutti a sciare come abbiamo fatto prima del lockdown può succedere quello che è successo a Ferragosto, cioè un innalzamento dei contagi immediato. Con un'aggravante: attualmente i contagiati sono comunque tantissimi e l'effetto sarebbe devastante». Dunque, appendiamo gli scarponi al chiodo? «Sia chiaro, tutto si può fare, adottando criteri sicuri e non approssimativi, non c'è nulla di impossibile purché con le protezioni del caso - avverte - Mi piace molto sciare, ma devono darci istruzioni dettagliate, ne va della tenuta del sistema. Il virus sta calando solo perché sono in atto delle azioni di contenimento.

Se non ci fossero avremmo già raggiunto milioni di infetti».

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