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Per le imprese introvabile un addetto su due

Manca il 47% dei profili richiesti e il gap sale al 67% nelle lauree tecniche

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Quasi la metà dei profili professionali di cui avrebbero bisogno le imprese non si trovano. A lanciare l'allarme è stato ieri il presidente di Unioncamere, Andrea Prete (in foto) riferendosi al monitoraggio relativo alle esigenze delle imprese a luglio, con la previsione di 587mila assunzioni. Peccato che per il 47% «si tratta di profili che non si trovano», ha detto Prete. Una percentuale già preoccupante per un paese del G7 che sale al 67% se si restringe l'indagine ai sola curricula più tecnici, come quelli delle lauree Stem: l'acronimo inglese (science, technology, engineering and mathematics) che riunisce le discipline scientifico-tecnologiche. Insomma «c'è un disallineamento molto forte tra i processi formativi e le competenze che cercano le imprese e questo va colmato, ha proseguito.

Il contesto non aiuta infatti lo sviluppo delle imprese che sono aumentate ma in modo lieve e il Sud continua ad arrancare. In particolare, il secondo trimestre di quest'anno - secondo l'analisi Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del registro delle Imprese delle Camere di Commercio - ha visto un saldo positivo tra aperture e chiusure, con un aumento di 28.286 nuove aziende. Un risultato incoraggiante ma che è anche uno tra i meno brillanti degli ultimi dieci anni.

Uno dei principali freni è stato il basso numero di iscrizioni (79.277), il secondo peggior risultato del decennio, superato solo da quello «pandemico» del 2020. Allo stesso tempo, le cessazioni hanno sfiorato le 51mila unità (50.991), valore che pur restando al di sotto della media del periodo pre-Covid rappresenta il terzo aumento consecutivo nell'arco dell'ultimo triennio.

Giano bifronte anche il Mezzogiorno che da un lato regiha strato il saldo maggiore in termini assoluti (9.006 imprese in più), dall'altro ha subito la flessione più marcata in termini di tasso di crescita, passando dal +0,55% di 12 mesi fa al +0,44% del trimestre da poco concluso. Il Nord-Ovest e il Centro condividono invece il primato per l'incremento relativo più elevato (+0,5%). In tutte le regioni, il trimestre si è chiuso in positivo dalla Lombardia (5.663 imprese in più ), al Molise (+87); ma tutte le circoscrizioni crescono meno di un anno fa. Fatta eccezione per l'industria estrattiva (che conta solo 3.664 imprese), tutti i settori hanno un saldo positivi nel trimestre. Prima in termini assoluti le costruzioni con 6.025 imprese in più, quindi il comparto alberghi e ristoranti e quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche. Bene anche il commercio.

Prete ha poi notato come la quota di 450mila migranti prevista dall'Italia «non basta a soddisfare il fabbisogno delle imprese, si dovrebbero permettere circa 800 mila ingressi».

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