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Gli italiani non si sentono anti-russi

La maggioranza (52%) è d'accordo con il ministro Tajani: non siamo in guerra con Putin

Gli italiani non si sentono anti-russi

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La settimana che sta finendo ha avuto una grossa improvvisazione «fuori schema», l'incredibile arresto ai domiciliari del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Ci riferiremo eventualmente a questo evento la settimana prossima. Ora esploriamo ciò che spunta dall'analisi degli eventi controllati fino all'altro ieri, su cui domina, come del resto nelle altre settimane, l'immagine della guerra, con prevalenza sempre in termini di immagine dell'attuale conflitto tra Israele e Hamas.

E non dimentichiamo un 12% di italiani che ha in mente l'ormai costante conflitto tra Russia e Ucraina e come conseguenza una rilevanza per tutti della nostra crisi economica, che non ci abbandona in termini di «motivo dominante», da più di dieci anni.

Quanto al governo e al presidente della Repubblica, che rileviamo tutte le settimane, la fiducia in entrambi si mantiene stabile e quindi il governo a priori non riceve scossoni da incidenti di percorso eventualmente negativi. In un certo senso, come dice l'opinione popolare, quando ti sei fatto una immagine è molto difficile cambiarla.

Ciò, in particolare, per il governo, che di traversie sino ad ora ne ha avute e le ha superate con costanza e metodologia quasi scientifica. Confermerei, quindi, la mia ipotesi di lavoro della settimana scorsa, in cui esprimevo la tendenza del primo partito di governo ad aumentare la propria quota di mercato, che si è stabilizzata.

Negli ultimi giorni della settimana scorsa, c'è stata una dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani che mi ha colpito: «Sosteniamo Kiev, ma non siamo in guerra contro la Russia. Abbiamo sempre detto che noi non siamo in guerra con la Russia e quindi non manderemo soldati italiani a combattere in Ucraina».

Dal momento che, io personalmente sono per la tesi di Tajani e quindi lo ringrazio personalmente per ciò che ha detto in difesa di me stesso, essendo io italiano, ho voluto testare questa opinione espressa in pubblico dal ministro.

Il nostro sondaggio ha portato a questi risultati: la maggioranza assoluta degli italiani (il 52%) è d'accordo con ciò che ha detto il ministro, mentre il 42% non è d'accordo e il 6% non esprime un'opinione in merito. Non stupisce che le donne siano più vicine ad essere d'accordo col ministro rispetto agli uomini, perché è noto che le donne, creando la vita, la difendono meglio.

Ciò che invece stupisce è la posizione dei ragazzi, che risultano più d'accordo con il ministro e che superano di ben 11 punti gli anziani (oltre i 54 anni).

I ragazzi, quindi, vanno oltre gli stereotipi che li avvolgono e dimostrano una maturità sociale superiore agli altri gruppi di età.

In un certo senso, i ragazzi italiani sono più vicini degli anziani alla filosofia della vita espressa dal filosofo cinese Sun Tzu che, come è noto, ha scritto venticinque secoli fa, L'arte della Guerra, testo tutt'ora studiato nelle scuole militari e che termina così: «Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento bensì sottomettere il nemico senza combattere».

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