Politica internazionale

L'accordo strategico con l'Egitto passa da grano e stop ai migranti

La grazia è un tassello di un'intesa più complessa: aiuti contro la guerra alimentare di Putin. E sullo sfondo Regeni

L'accordo strategico con l'Egitto passa da grano e stop ai migranti

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Grano da una parte e stop ai migranti dall'altra. La grazia a Patrick Zaki del presidente Abdel Fatah al Sisi, simbolicamente rilevante dal punto di vista politico, è un tassello del più ampio accordo strategico con l'Egitto. Una rinascita delle relazioni bilaterali, che dovrà portare pure ad uno sblocco del caso Regeni, ma si sta delineando lungo due filoni di interesse nazionale: il grano, per l'Egitto, dopo lo stop russo a quello ucraino e dei flussi migratori per l'Italia.

Il bilaterale del premier Giorgia Meloni con al Sisi, a Sharm el Sheik, del novembre scorso, rompe il ghiaccio dopo il braccio di ferro con il Cairo sul caso Regeni che aveva portato anche al ritiro del nostro ambasciatore. Il 22 gennaio, nella capitale egiziana, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dichiara: «Dobbiamo lavorare insieme per affrontare le grandi emergenza del momento, soprattutto nell'area del Mediterraneo, a cominciare dal fenomeno dell'immigrazione».

I dati dimostrano che gli egiziani (7.751) sono al terzo posto negli sbarchi in Italia che ieri registravano un totale di 82.187 arrivi da gennaio. Non solo: i cittadini del Bangladesh ed i pachistani, al quarto e quinto posto della classifica, arrivano in Libia anche attraversando illegalmente il confine egiziano. Fino al 4 luglio sono partiti dalla Cirenaica, in mano al generale Khalifa Haftar, protetto da Al Sisi, più migranti illegali (15.300) che dalla Tripolitania.

Tajani, nelle visite al Cairo, ha ribadito che «se il grano non arriva in molti paesi c'è il rischio di tensioni sociali e di flussi migratori difficilmente contenibili. Vi è quindi la necessità di continuare a lavorare per la sicurezza alimentare».

La strada che ha portato alla grazia a Zaki è passata attraverso l'importante missione italiana di marzo in Egitto, quando la Russia aveva già annunciato una proroga parziale di soli due mesi sui corridoi del grano dall'Ucraina. Prima della guerra Kiev e Mosca coprivano il 90 per cento del fabbisogno egiziano per oltre 10 milioni di tonnellate l'anno. La missione guidata da Tajani comprendeva anche la Coldiretti e numerose aziende del settore agricolo. «L'Italia si appresta a divenire un partner centrale con la fornitura di macchinari, tecnologia, sementi e conoscenze ma anche prodotti alimentari di base, dal grano al couscous, per consentire all'Egitto di sfamare la propria popolazione» confermava un comunicato di Coldiretti. E l'Egitto è «uno dei principali fornitori di fertilizzanti azotati dell'Italia il cui commercio è ostacolato dalla guerra in Ucraina».

Forse è solo una coincidenza, ma ieri, 24 ore dopo la grazia a Zaki, il presidente al Sisi ha incontrato i rappresentanti della società italiana Ballestra e della cinese Wuhuan Engineering Co. per l'immediato avvio del terzo mega complesso industriale del Paese nel settore dei fertilizzanti ad Ain Sokhna.

La grazia a Zaki e ad un avvocato accusato di essere vicino ai Fratelli musulmani è stata salutata con grande favore da Bruxelles.

Un comunicato spiega che si tratta di uno sviluppo positivo per le relazioni Ue-Egitto». Svolta importante che farà decollare e rinnovare l'accordo fra il Cairo e l'Unione europea dello scorso ottobre per «fermare le partenze illegali dei migranti» verso l'Italia «nel rispetto dei loro diritti». La Ue ha stanziato 80 milioni di euro per un programma che «mira ad aiutare le guardie costiere e di frontiera egiziane a ridurre la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani lungo il confine e prevede l'acquisto di apparecchiature di sorveglianza come navi di ricerca e soccorso, telecamere termiche e sistemi di posizionamento satellitare».

Ieri il ministro Tajani ha illustrato al Consiglio Ue degli Esteri «la conferenza del 23 luglio a Roma» che riunirà capi di stato e di governo africani seguita lunedì da tre giorni di summit sulla sicurezza alimentare organizzato dalla Fao.

E ci sarà pure l'Egitto, che potrebbe fare «asse» con l'Italia nel Mediterraneo senza dimenticare che prima o dopo bisogna sciogliere il nodo doloroso del caso Regeni.

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