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L'amara idiozia di "servire" una ragazza di cioccolata

Polemica sul resort di lusso: la donna seminuda su un vassoio. La denuncia di un cliente

L'amara idiozia di "servire" una ragazza di cioccolata

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Di righe per indignarci sul senso di opportunità e sul mancato rispetto di genere ne avremo un sacco dopo, qui sotto. Stavolta, come prima cosa, vorremmo invece dire che una donna ricoperta di cioccolato fondente è repellente. Pensare di esporla su un tavolo da buffet allestito a bordo piscina di un hotel di lusso, per invogliare chissà chi a chissà cosa è, prima di tutto, ridicolo. Credere di poter intercettare le fantasie più politicamente scorrette cospargendo gambe piedi e capelli di cacao è qualcosa che non attiene né alla gastronomia, né all'intrattenimento, né, tantomeno, alla sensualità. Ma qualche manager di un resort quattro stelle a Golfo Aranci, in Sardegna, deve evidentemente aver pensato che fosse una buona idea. Così la ragazza è stata esposta: in posizione fetale, costume adamitico e impiastricciata come fosse rimasta sotto a una fontana di cioccolato. Pietà... Evidentemente il lusso si è liberato dallo stile. E in ogni caso, è chiaro che ci sono varie sfumature di lusso. Un albergo che offre pacchetti famiglia e che sciorina solidi valori nei suoi claim, dovrebbe optare per scelte di «marketing» che lo rappresentino meglio. Ma tutto questo, appunto, attiene ancora al buongusto, all'estetica e alla politica della ricezione. Ora veniamo al resto. Che è comprensibilmente ciò che ha talmente indignato un avventore (e ancora di più la sua figlia quattordicenne), da sollevare una polemica online che in pochissimo è montata come i bianchi d'uovo. Al centro dello scandalo, tanto per cambiare, la donna e il suo scempio. Quindi la «vergognosa» scelta dei responsabili di umiliare una ragazza con una richiesta tanto degradante. Nei giorni dell'agghiacciante stupro da parte del branco di Palermo, ammettiamo di avere parecchie difficoltà a tollerare anche la più malriuscita e inefficace delle provocazioni. Abbiamo perfino difficoltà a tollerare il genere maschile in quanto tale, ma comprendiamo che questa è una deriva ingiusta e irrazionale. Però vedere che siamo ancora lì a chiedere alle dipendenti di mettersi in posizione fetale sulla tovaglia bianca, tra le brioches della prima colazione e le foglie d'alloro che decorano le uova strapazzate, beh, ci sembra che la vita proceda su mondi paralleli. «Ci scusiamo per l'incidente» hanno risposto gli organizzatori. Ma cosa, esattamente, è successo per incidente?! Il nostro fastidio è contenuto solo dal fatto che, supponiamo, nessuno deve aver obbligato la ragazza di cioccolata a sbattersi su un tavolo conciata a quel modo. Fortunatamente non si fa cenno a coercizioni o ricatti o bassezze. Semplicemente si addita il cattivo gusto. E allora ci viene da pensare che le donne dovrebbero iniziare a difendersi un po' anche da sole. Se non altro per rispetto nei confronti di tutte quelle che non lo possono fare. Per tutte quelle che sono costrette, abusate, torturate, per tutte quelle per le quali non basta neppure il nostro aiuto.

Ma se si va a lavorare in Sardegna, magari solo per una stagione, e qualcuno ci chiede di metterci in bikini ristretto e farci condire di cacao, care signore, ricordiamoci che si può anche rispondere «no grazie».

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