Guerra in Israele

L'app che boicotta i legami con Israele. No ai marchi Coca Cola, Danone, Armani

Un milione di utenti e tante recensioni di italiani. Il fondatore? Un gazawi a Budapest

L'app che boicotta i legami con Israele. No ai marchi Coca Cola, Danone, Armani

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L'app che boicotta i legami con Israele. No ai marchi Coca Cola, Danone, Armani

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«Boicottare Israele». È questo l'obiettivo dell'app che sta spopolando. Si chiama «No Thanks», disponibile sia su dispositivi iOS che Android, ed è stata creata il 13 novembre scorso da Mahmud Bashbash, che si presenta come «uomo di Gaza» ma che vive a Budapest. Sul suo profilo social si presenta come sviluppatore di software e originario della Palestina. Una vita normale, quella di Mahmud - sembrerebbe - tra vacanze, bei vestiti, palestra e selfie nella capitale ungherese. Da lui però nasce «No Thanks», che mette in guardia le persone su cosa acquistare o no, in base ai rapporti dei fornitori con Israele.

Come funziona? Basta scaricare l'applicazione sul cellulare, scansionare il codice a barre sui prodotti ed ecco la risposta: schermata verde procedi, schermata rossa «No Thanks». Dalla creazione, dopo l'inizio del conflitto israelo-palestinese, l'app ha raggiunto numeri importanti: in questi giorni, Bashbash sul profilo instagram dell'app - che conta circa 21mila follower - pubblicizza il numero di utenti arrivati a un milione.

Le recensioni, la maggior parte, sono di italiani. «Perfetta per i miei acquisti, la uso per fare la spesa», si legge nel commento di «Donne per la Pace». Ma anche: «La uso per acquistare prodotti etici che non sfruttano la vita delle gente, della massa», scrive un'altra donna italiana. Nel novembre scorso l'applicazione è stata bloccata per alcuni giorni proprio perché il fondatore aveva inserito la frase: «Qui puoi vedere se i prodotti nelle tue mani sopportano l'uccisione dei bambini in Palestina». Togliendo queste parole, l'app è tornata attiva, come testimoniato dallo stesso Bashbash in una storia Instagram.

All'interno dell'applicazione è presente anche una lista di tutte le aziende, principalmente multinazionali, da «boicottare» proprio per i legami commerciali con Israele, che spaziano dal cibo, alla moda, alla tecnologia a molto altro. Tra questi - una lunghissima lista che conta centinaia di aziende famose in tutto il mondo - leggiamo di italiani e più conosciuti: Coca Cola, Milka, Danone, Cornetto, Calvè, Nestlè, Knorr. Oltre agli alimenti ci sono le grandi griffe: Giorgio Armani, Lancome, Tiffany & Co, Kenzo, Stella McCartney, Calvin Klein. Spazio anche ai medicinali, come Nurofen e alla tecnologia come Motorola. Tra i soggetti da boicottare anche la Paramount, la Cbs news e Mtv. Ma il fondatore, BashBash, inoltre, proprio sulla pagina dell'applicazione, sponsorizza una raccolta fondi per «far uscire la sua famiglia dalla striscia di Gaza». «Il 21 ottobre 2023, l'Idf ha ucciso mio fratello più giovane - scrive - Ora ti prego di aiutare la mia cara famiglia». Il budget della raccolta è fissato a poco meno di 70mila euro e in una settimana ne sono stati raccolti circa 5mila.

Come verranno utilizzati questi fondi? A spiegarlo è sempre Bashbash: «La maggior parte del sostegno sarà utilizzata per pagare i permessi speciali ai confini egiziani». Insomma, i soldi servono per far espatriare i familiari pagando militari al confine. «I costi aumentano di ora in ora - scrive ancora - a partire da 500 dollari a persona all'inizio fino a 5mila dollari ora.

Sfortunatamente nessuno può attraversare il confine e scappare senza pagare questa somma».

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