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"È leucemia cronica". I familiari sollevati: "Silvio migliora". E lui sente il partito, Meloni e Salvini

Il secondo giorno di Berlusconi al San Raffaele: "Reagisce bene alla cura per la polmonite. Le terapie poco invasive gli consentiranno una vita quasi normale". Il figlio Pier Silvio: "È un leone". Al telefono con i leader alleati

"È leucemia cronica". I familiari sollevati: "Silvio migliora". E lui sente il partito, Meloni e Salvini

La parola chiave della seconda giornata al San Raffaele di Silvio Berlusconi, è dura: «leucemia». Ne soffriva «da tempo», il leader di Forza Italia, precisa il primo bollettino medico firmato dai professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri, dopo il ricovero in terapia intensiva.

Una malattia del sangue molto seria, dunque, ma in fase «cronica» non «acuta», sottolineano i medici del San Raffaele e questo lascia sperare bene, è una distinzione importante. L'affanno, per l'infezione polmonare, si deve leggere in questo quadro. Il sistema immunitario viene debilitato e ciò favorisce l'insorgenza di infezioni, come quella dell'ex premier. Per l'esattezza, il bollettino parla di «leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l'assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta». La cura dell'infezione polmonare, dicono i medici, prevede «un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell'iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti». Qui si parla dell'aumento eccessivo di globuli bianchi che dev'essere riportato alla norma. Sembra che la scoperta della leucemia sia avvenuta al precedente ricovero di Berlusconi per accertamenti, il 30 marzo. E

Tutta la famiglia è attorno al patriarca, 86 anni. I figli Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora, Luigi si alternano in ospedale. La compagna Marta Fascina, che lo ha accompagnato mercoledì al San Raffaele da Arcore, non è mai uscita. E fonti vicine ai Berlusconi fanno sapere che questa forma di malattia del sangue non è tra quelle più aggressive, è «trattabile con terapie poco invasive e qualità della vita pressoché normale», inoltre «non sarebbe rara per soggetti della sua età», ma colpisce soprattutto attorno ai 70 anni.

Berlusconi è stato sottoposto a terapie ad hoc e risponde bene alle cure antibiotiche, assicurano fonti ben informate, tanto che si registra «un incoraggiante miglioramento» rispetto al giorno prima. In questo caso non si può pensare ad un trapianto di midollo, ma si continueranno le cure.

Ottimismo confermato da diverse voci. Il primo è il ministro degli Esteri e coordinatore di Fi Antonio Tajani, che al Tg1 Mattina parla con ottimismo del Cavaliere, augurando una pronta guarigione. «La notte l'ha passata bene, le condizioni sono stabili. Vogliamo tutti essere ottimisti. Speriamo che il leone torni presto a guidare operativamente il partito. È la nostra guida politica. Non molla mai».

Più tardi il presidente di Mediaset e amico fraterno Fedele Confalonieri esce dal San Raffaele verso le 16, insieme a Marcello Dell'Utri, ed ha il viso un po' meno scuro del giorno prima: «Ci sono i medici, stava dormendo. C'è preoccupazione, però siamo più ottimisti dai..L'ho visto molto meglio di ieri». Un'ora e mezza dopo anche il fratello di Silvio, Paolo, tornato per la seconda volta dopo la visita in mattinata, conferma: «Sta riposando. Siamo più sollevati, c'è un miglioramento. Siamo fiduciosi». Ed ecco anche Piersilvio, il secondogenito del Cavaliere, che sorride ai cronisti: «È un leone». Infine il figlio Luigi, che quando gli chiedono del padre risponde con un gesto eloquente: pollice in su.

La buona notizia è, infatti, che Berlusconi sta meglio e durante la riunione del Consiglio dei ministri ha parlato con la premier, Giorgia Meloni e con il ministro per le Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini che gli aveva mandato un sms d'incoraggiamento. Ieri mattina il Cav aveva la voglia e la forza di chiamare alcuni big di Fi, non solo per farsi sentire in forze, ma per essere aggiornato dell'attività politica. Lo raccontano, con forte emozione, il vicepremier Antonio Tajani, il capogruppo della Camera Paolo Barelli, il coordinatore romano Maurizio Gasparri. Quest'ultimo confessa, commosso, a «Un giorno da Pecora» su RaiRadio1, che quando alle 8,45 ha visto la sua chiamata ha temuto che qualcun altro comunicasse una brutta notizia. «C'è stato un attimo di soprassalto. Mi ha stupito positivamente, anche se uno non sa cosa aspettarsi in questi casi. Ma non era preoccupato, era assolutamente attento alle cose che accadono, voleva comunicare attenzione alla vita quotidiana, forse anche per darsi forza, lui per primo». Per Gasparri, il Cav voleva dare un «segno di presenza tipicamente berlusconiano», ha dimostrato «generosità e resistenza» per dissipare «l'apprensione delle ultime ore». Anche Barelli ha ricevuto una chiamata dal Cav e quando gli chiedono se era un commiato, esplode: «Ma quale commiato...Nella telefonata era lui, più che lucido. Il presidente si è preoccupato dei lavori parlamentari, è entrato nei dettagli dei lavori d'aula, ha parlato dei rapporti con il governo, da persona attenta. Mi ha chiesto dell'attività del gruppo e ci ha ribadito, queste le sue parole, che tutti noi di Forza Italia lavoriamo per il Paese». Non vuole sbilanciarsi sulle sue condizioni. «Mi risulta che stia reagendo alle terapie: sul resto non entro nel merito.

Aspettiamo che lo facciano i medici».

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