Cronache

L'ex poliziotto e penalista chiamato "lo sceriffo". Disse: "Sparare è solo l'extrema ratio"

Molto noto ai concittadini, è stato docente di Diritto penale. Da ottobre in giunta con deleghe alla Sicurezza I divieti contro la movida selvaggia

L'ex poliziotto e penalista chiamato "lo sceriffo". Disse: "Sparare è solo l'extrema ratio"

Ex poliziotto, avvocato penalista con un proprio studio in centro, poi assessore comunale leghista alla Sicurezza (ora autosospeso). Massimo Adriatici, nato a Voghera 47 anni fa, è ai domiciliari con l'accusa di eccesso di legittima difesa per aver sparato uccidendolo a un uomo marocchino di 39 anni.

Adriatici è molto noto a Voghera, il suo studio legale si trova in pieno centro, a pochi passi da piazza Duomo. Militante leghista, ha prestato servizio nella polizia per 16 anni, dal 1995 al 2011. Al commissariato della sua città ha raggiunto il grado di sovrintendente, come addetto al settore Anticrimine, misure di prevenzione e servizi di polizia giudiziaria. Si è laureato a pieni voti in Giurisprudenza nel 2007, quindi mentre indossava la divisa, all'università del Piemonte orientale. Dopo la laurea ha lasciato la polizia e ha fondato lo studio legale che porta il suo nome. L'assessore è stato anche docente a contratto nella stessa università in cui ha studiato. Oltre che docente di Diritto penale e Procedura penale alla Scuola allievi agenti polizia di Stato di Alessandria. Una nota dell'ateneo piemontese sottolinea che dal 2014 al 2017 Adriatici ha insegnato «come professore a contratto nel corso di Diritto processuale penale, nell'ambito del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza». Incarico che «gli era stato affidato per le sue indubbie competenze nella materia e per i rapporti con la magistratura e il tribunale di Alessandria, contrassegnati da una profonda stima». Nel curriculum Adriatici si definisce inoltre «musicista autodidatta».

Dall'ottobre del 2020 ricopriva la carica di assessore nella giunta di centrodestra. Aveva fatto della lotta alla movida selvaggia, alle risse e alle violenze la propria missione. Ha firmato diverse ordinanze contro alcol, bivacchi e accattonaggio. I suoi concittadini raccontano che controllava di persona l'applicazione delle regole e teneva monitorate le zone più critiche. Ha promosso anche alcuni Daspo urbani a carico di senzatetto e mendicanti. Proprio poche ore prima dell'uccisione del 39enne era entrata in vigore una delibera firmata dall'assessore che vietava la vendita di bevande alcoliche in bottiglie di vetro.

Adriatici è descritto dagli altri componenti della maggioranza come persona equilibrata: «Di grande professionalità» e «molto stimato». Un altro politico locale, il coordinatore della Buona Destra («destra liberale ed europea che si oppone agli estremismi»), Gianpietro Santamaria, ha dichiarato invece: «Noi lo chiamavamo sceriffo per i suoi atteggiamenti prepotenti verso gli ultimi». In un'intervista di alcuni anni fa Massimo Adriatici aveva affermato: «L'uso di un'arma deve essere giustificato da un pericolo reale.

Sparare deve essere la extrema ratio, l'ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre».

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