Nazionale

La lezione del rider ai moralisti: "Macché sfruttato"

Una consegna a 50 km di distanza ne ha fatto una "vittima". Ma lui: "Meglio che in ufficio"

La lezione del rider ai moralisti: "Macché sfruttato"

Ascolta ora: "La lezione del rider ai moralisti: "Macché sfruttato""

La lezione del rider ai moralisti: "Macché sfruttato"

00:00 / 00:00
100 %

«Rider di tutto il mondo, unitevi!», avrebbe scritto oggi Karl Marx nel Manifesto del Partito Comunista? Forse, ma i rider non gli sarebbero corsi dietro. Anzi, paradossalmente il senso di colpa li ha chi li chiama (io senza rider morirei non uscendo mai di casa), come è successo a Andrea Bassi (consigliere della Lega e poi in Fratelli d'Italia), che ordina un Mac e gli arriva un rider che ha percorso 50 km per andare al Mac e arrivare a casa sua. Andrea Bassi ne è rimasto sconvolto, si è sentito uno sfruttatore, non so neppure se abbia mangiato il Mac perché gli si sarà chiuso lo stomaco, e ha raccontato l'episodio su Facebook.

Ne viene fuori il solito putiferio da social, soprattutto perché Bassi ha invitato a non servirsi più di queste società di consegna a domicilio (e chi ci mando io, mia nonna?), però penso fosse sincero. Solo che, come ha specificato Deliveroo, i rider sono liberissimi di accettare una consegna o meno. Seguono polemiche sui chilometri percorsi in bicicletta dal rider: ma no, erano 20! Ma no, forse 15! Ma no, erano 50! Facciamo 45?

Il bello è che la lezione morale anticomunista è saltata fuori proprio dal rider, che a un certo punto si è palesato. Si chiama Filippo Bazerla, e per me è un eroe. Filippo dichiara: «L'ho spiegato anche all'assessore, che il problema era che non c'erano altri rider a parte me. Ma, ripeto, come ho rifiutato 3 volte potevo farle anche 4 o 5». L'ordine, oltretutto, poteva essere annullato da Bassi (ma magari Bassi non si era reso conto della distanza, però mica sono affari di chi ordina mettersi lì a pensare alla fatica del rider), ma il bello di Filippo è che lui fai il rider perché fare il rider gli piace. «Non mi sento sfruttato perché non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo: in soldoni, se vado in ufficio e devo stare 8 ore in silenzio, per fare 2 ore di pausa pranzo, insomma queste cose alienanti per me, io rifiuto».

Insomma, spesso proiettiamo sugli altri le nostre esigenze, le nostre ambizioni, senza pensare che ognuno ha le sue. «Non vogliamo regole, siamo rider apposta» dice Filippo. «Perché così ci lasciate in pace».

In ogni caso lasciate sempre la mancia al rider (potete farlo anche dall'app), io anzi ora dopo la dignità e la libertà di Filippo la raddoppierò per tutti.

Commenti