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Libero il killer di Bob Kennedy "Ho vissuto 53 anni di rimorsi"

Disposta la libertà condizionale per Sirhan Sirhan. I figli divisi: chi è favorevole al perdono, chi si dice sotto choc

Libero il killer di Bob Kennedy "Ho vissuto 53 anni di rimorsi"

Robert Kennedy fu una bandiera, un'utopia spezzata dalla violenza irragionevole. La mano che cancellò con 8 colpi di una pistola calibro 22 il sogno americano, oggi trema per le condizioni di salute precarie. Anche per queste ragioni Sirhan Bishara Sirhan, 77enne, uscirà dal carcere di San Diego entro novanta giorni. Ha trascorso in galera 53 anni, iniziando a espiare le proprie colpe quando pochi minuti dopo la sparatoria venne ammanettato nelle cucine dell'Ambassador Hotel, dove uccise Bobby e ferì gravemente altre cinque persone. «È trascorso più di mezzo secolo e quel giovane ragazzo impulsivo che ero non esiste più - ha confessato Sirhan durante l'ultima udienza -. Il senatore Kennedy era la speranza del mondo. La mia coscienza non ha mai dimenticato quanto orribile sia stato il gesto commesso».

La Commissione per la libertà condizionale della California ha disposto il rilascio di Sirhan, all'epoca dei fatti giovane giordano di origini palestinesi. Dopo un periodo di revisione di 90 giorni, l'ultima parola spetterà al governatore della California Gavin Newson, che improbabilmente cambierà decisione. Per la cronaca era la sedicesima volta che veniva presentata la richiesta di libertà condizionale per Sirhan, ma in questa occasione la procura non si è presentata in aula per opporsi, in omaggio alla nuova linea del procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, George Gascon, convinto che il lavoro dell'accusa si fermi al momento della condanna. Nel 1969 per Sirhan arrivò la sentenza di morte attraverso la camera a gas, poi commutata nell'ergastolo con la possibilità di sconti di pena dopo la temporanea abolizione della pena capitale in California del 1972.

Il fratello minore di JFK fu assassinato il 5 giugno 1968, in piena guerra del Vietnam e in un'America che ancora non si era ripresa dalla morte violenta di Martin Luther King. La campagna elettorale di Bobby, reduce dal trionfo nelle primarie democratiche in California, stava raccogliendo parecchi sostegni e aspettative nel Paese. L'assassinio cambiò il corso della Storia, spianando la strada a Nixon che a novembre vinse sul quasi sconosciuto Humbert Humphrey. All'udienza ha parlato uno dei figli di Robert Kennnedy, Douglas, che all'epoca dei fatti aveva appena 14 mesi: «Ho vissuto tutta la vita nel terrore di Sirhan e del suo nome. Adesso il mio stato d'animo è molto diverso. Vedo un essere umano che merita compassione». Anche altri due figli, Robert jr e Kathleen, entrambi avvocati di professione, avevano da tempo aderito a un movimento per concedere l'amnistia al killer del padre. Ma gli altri dei sei figli ancora in vita dei nove di Bob invitano in un comunicato il giudice Newsom a rigettare la richiesta di scarcerazione: «Sirhan ci ha portato via nostro padre, l'ha portato via all'America. Siamo sconcertati che possa essere raccomandato il suo rilascio»

Sirhan uccise Kennedy come gesto di «vendetta» per il sostegno militare degli Usa a Israele nella Guerra dei Sei Giorni. Difficile non vedere nella drammatica sequenza dell'attentato una premonizione dell'11 settembre: sangue, lacrime, attonito silenzio, caos ingovernabile. Eppure negli anni si sono susseguite le più disparate ipotesi di un complotto. L'avvocato di Sirhan, Lawrence Teeter, chiese nel 1998 un nuovo processo per il suo assistito, basandosi su diverse prove. Una di queste erano i risultati dell'autopsia, che la procura mantenne riservati, secondo i quali il colpo fatale venne sparato alle spalle, mentre Sirhan si trovava di fronte al Senatore. L'assassino ha sempre dichiarato di aver agito da solo, ma più di un testimone sostenne di averlo visto all'Ambassador con una donna con un vestito a pois.

Mai però identificata dagli inquirenti.

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