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L'intesa Italia-Albania spacca l'eurosinistra. Ma Scholz vuole copiarla

La Spd del cancelliere tedesco studia l'accordo italiano sui migranti. Diviso il congresso del Pse

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Mentre la Commissione europea studia si rispetti il diritto internazionale il protocollo siglato tra l'Italia e l'Albania - che prevede il trasferimento ogni anno di 36mila migranti in due centri di accoglienza sul suolo albanese gestiti da Roma - la sinistra europea si spacca.

La frattura si apre a Malaga, al congresso del partito socialista europeo (Pse). C'è il Pd di Elly Schlein che critica l'accordo, la Spd del cancelliere tedesco Olaf Scholz che invece lo apprezza, il presidente del Pse, lo svedese Stefan Loefven, che lo boccia.

Ad allontanare le posizioni è la cosiddetta strategia di «esternalizzazione delle frontiere» per combattere l'immigrazione illegale, esaminando le richieste di asilo prima dell'ingresso delle persone in Europa.

La via indicata dalla premier Meloni piace alla Germania di Scholz, che infatti a Bruxelles non ha voluto chiedere alcun supplemento di verifiche alla Commissione Ue sul testo del protocollo. Meloni definisce il patto «di respiro europeo» e il cancelliere tedesco si è detto pronto a studiarlo «da vicino», visto che «l'Albania sarà presto, a nostro avviso, un membro dell'Ue, il che implica che stiamo parlando di come possiamo risolvere insieme le sfide e i problemi all'interno della famiglia europea».

Di fronte alla stampa, a Malaga, il cancelliere ha annunciato di valutare iniziative simili, perché «tali accordi, che sono stati presi in considerazione, sono possibili e li valuteremo tutti molto attentamente. Ciò che conta ora in Europa è correggere le cose che non sono andate bene, istituire un meccanismo di solidarietà e non cercare di vincere le sfide da soli», ha precisato il cancelliere tedesco. La sua Spd al Parlamento Ue siede accanto a quello stesso Pd che voleva chiedere l'espulsione del premier albanese Edi Rama. Ma che la Germania sia più allineata con il governo italiano che con gli alleati della sinistra a Bruxelles era già emerso dalle dichiarazioni di Katarina Barley, vicepresidente del Parlamento Ue, membro della Spd: «Esternalizzare la gestione dei migranti non è sempre sbagliato, dipende dalle situazioni. In Germania stiamo ipotizzando di creare delle possibilità per le persone che vogliono scappare dai loro Paesi, richiedere asilo senza prima arrivare in Europa».

Elly Schlein invece anche ieri diceva «basta con la esternalizzazione delle frontiere», e ribadiva che l'accordo con l'Albania «viola la Costituzione». Con la segretaria dem è allineato il presidente dei socialisti europeo, Stefan Loven: «La migrazione va gestita usando un framework progressista. Dobbiamo promuovere percorsi inclusivi per renderla una vittoria per le nostre società e per i migranti, questo è il modello che propongono i socialisti. Non il modo in cui il governo dell'estrema destra in Italia vuole esternalizzare le richieste di asilo in Albania - ha detto nel suo discorso di chiusura del congresso - «La migrazione esiste da quando esiste l'umanità e la destra fa demagogia quando dice di poterla fermare».

E sul tavolo dei negoziati di Bruxelles resta da sciogliere il nodo sulla riforma del sistema di asilo. Da approvare entro la fine della legislatura.

Una corsa contro il tempo.

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