Coronavirus

L'Italia che riapre parte dagli stadi. Vaccini a over 50: resterà l'obbligo

La Vezzali promette: presto impianti al 100%. E il ministro Gelmini annuncia l'alleggerimento delle regole. In settimana la road map di Draghi Aifa: ok alla quarta dose per immunodepressi

L'Italia che riapre parte dagli stadi. Vaccini a over 50: resterà l'obbligo

Presto gli stadi torneranno a riempirsi al 100%. È la promessa di Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport, che guarda con fiducia alla discesa della curva epidemica. Ottimismo che si ritrova nelle parole del ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «Si va verso un alleggerimento delle regole e delle misure: ci auguriamo di poter dare a breve delle buone notizie». La prossima settimana arriverà la roadmap disegnata dal premier Mario Draghi: un percorso a tappe che libererà progressivamente il Paese da tutte le misure restrittive. «Finalmente vediamo la curva del contagio piegarsi sul lato giusto: credo che sia giusto guardare con fiducia alle prossime settimane», dice anche il prudentissimo ministro della Salute, Roberto Speranza.

La chiave per uscire dall'emergenza resta il vaccino. E dunque al momento per gli over 50 la cancellazione dell'obbligo non è sul tavolo. Ieri l'Agenzia italiana del farmaco, Aifa, ha dato il via libera alla quarta dose ma, come previsto, soltanto per le persone gravemente immunodepresse. Questa quarta dose per i fragili è «tecnicamente di un booster successivo al ciclo primario di due dosi più una dose addizionale», spiega il virologo Fabrizio Pregliasco che allo stesso tempo esclude una quarta dose generalizzata: «non praticabile in termini di accettazione e di organizzazione». L'ipotesi è quella di un vaccino stagionale come per l'influenza destinato a categorie specifiche, ad esempio gli over 50, e non a tutta la popolazione.

E l'importanza della protezione offerta dal vaccino è ancora una volta confermata dai dati dell'Istituto Superiore di Sanità che ha analizzato il periodo che va dal 24 dicembre al 23 gennaio. Il tasso di mortalità per i non vaccinati è 19 volte più alto ne confronto con chi ha ricevuto la terza dose.

La profilassi nei vaccinati con booster rispetto agli scoperti riduce il rischio del contagio del 64% e del 93% sui casi di malattia severa. Una protezione più alta entro i tre mesi dal completamento del ciclo vaccinale: 63%. Man mano l'efficacia protettiva rispetto all'infezione scende fino al 42% oltre i 120 giorni dall'ultima dose. Rispetto all'evoluzione in malattia grave la protezione si attesta all'87% con ciclo completo da meno di 90 giorni, all'89% tra 91 e 120 giorni, e infine scende all'83% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Nel periodo che va dal 24 agosto 2021 al 16 febbraio 2022 sono stati segnalati 218.857 casi di reinfezione. Un rischio che si è chiaramente alzato con la variante Omicron. Dal 6 dicembre scorso è stato verificato l'aumento del rischio di reinfezione nei guariti da Covid19 da oltre 210 giorni; nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi, nelle fasce dai 12 ai 49 anni e negli operatori sanitari. Nelle ultime due settimane l'età media dei contagiati è rimasta stabile intorno ai 37 anni. Sono ancora molti però i non vaccinati anche tra la popolazione più fragile. Gli over 50, non vaccinati e non guariti al 18 febbraio erano 1.331.009. Tra questi circa mezzo milione appartiene alla popolazione attiva che però senza green pass non può lavorare. E quasi 5 milioni di italiani sopra i 5 anni non hanno ancora ricevuto il vaccino.

Il bollettino quotidiano conferma la discesa dei nuovi contati, 50.534 contro i 53.662 di due giorni fa, 252 vittime. Con 492.045 tamponi processati il tasso di positività scende al 10,3%.

Meno 34 posti letto Covid in intensiva per un totale di 953.

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