Cronache

L'italiana che è pronta a colpirci

LSi chiama Maria Giulia Sergio ed ha 27 anni. Si è convertita all'islam e per il Viminale è diventata la jihadista Fatima

L'italiana che è pronta a colpirci

Anche l'Italia ha la sua prima lady Jihad, al secolo Maria Giulia Sergio, 27 anni, di Torre del Greco, convertita all'Islam come Fatima Az Zahra. Dallo scorso anno ha fatto perdere le tracce raggiungendo i combattenti della guerra santa in Siria. E guarda caso nel 2011 firmava assieme alla sorella Marianna, pure convertita, un appello a favore del niqab, il velo islamico. La sorpresa è che fra le 48 firme sotto il testo inviato al senatore a vita Azeglio Ciampi spicca quella di «Ibrahim Giuliano Delnevo, studente, Genova»: il primo italiano attirato dalla sirene jihadiste in Siria dove ha trovato la morte combattendo contro il regime del presidente Bashar al Assad.

Non solo: la volontaria della guerra santa sarebbe partita grazie a dei contatti negli ambienti degli estremisti balcanici radicati nel nostro paese, come Bilal Bosnic arrestato in Bosnia e Shefqet Krasniqi finito in manette in Kossovo per l'invio di volontari in Siria.

Maria Giulia nata a Torre del Greco, sobborgo di Napoli, fa parte di una famiglia normale e non musulmana. La deriva inizia con una storia d'amore. Il primo compagno, un marocchino, la porta sulla strada della conversione nel 2009. Lei molla gli usi e costumi occidentali cominciando a pregare rivolta verso la Mecca e portando il velo.

Non a caso il 16 settembre 2011 sottoscrive un appello a favore del niqab «minacciato» da alcune proposte di legge. «Nel nome del Dio unico» è l' incipit dell'appello rivolto al senatore Ciampi, ex presidente della Repubblica. Il testo è stato scritto e fatto girare da Umar Andrea Lazzaro, fondatore dell'Associazione islamica genovese e sodale di Delnevo il futuro «martire» della guerra santa. Le firmatarie sono soprattutto donne: una studentessa di Treviso, la maestra d'asilo di Varese, casalinghe, impiegate a Bergamo e Firenze. Quasi tutti nomi italianissimi di donne che si sono convertite all'Islam.

Si rivolgono a Ciampi perché «Lei in passato già prese a cuore il caso di una nostra sorella che venne multata per via del suo velo, dunque speriamo che voglia darci la possibilità di far sentire la nostra voce». In pratica chiedono che non sia approvata alcuna legge contro il velo, che sarebbe anticostituzionale. «Come potrà constatare nel leggere le firme in calce, noi siamo in maggioranza italiane, nate in Italia, spesso abbiamo dovuto “combattere” contro il volere delle nostre famiglie, che avrebbero voluto farci rinunciare al velo. - scrivono - Molte di noi non hanno ancora 30 anni e molte hanno almeno una laurea».

L'ottava firma è quella di Delnevo, uno dei pochi uomini, seguita più in basso da Maria Giulia Sergio e dalla sorella Marianna tre anni più anziana, che sarebbe ancora in Italia.

La famiglia di lady Jihad si trasferisce dalla Campania alla Lombardia nel piccolo centro di Inzago in provincia di Milano, dove anche la madre diventa musulmana. Maria Giulia trasformata in Fatima lascia il primo compagno e si sposa nella moschea di Treviglio con un albanese. La giovane convertita si sposta con il nuovo consorte nella zona di Grosseto, dove vive la famiglia dell'uomo. L'ambiente albanese diventa il volano della radicalizzazione. Nel 2012 arriva nella zona di Siena Bilal Bosnic. Un imam itinerante che ha aderito all'Isis e diventerà fonte di ispirazione per la partenza dell'imbianchino di Longarone, Ismar Mesinovic, che ha trovato la morte in Siria.

Nel 2013 proprio a Grosseto un gruppo islamico albanese ospita per un grosso evento, Shefqet Krasniqi, arrestato in Kosovo lo scorso settembre con l'accusa di aver reclutato jihadisti da mandare in Siria. Maria Giulia potrebbe aver seguito lo stesso percorso grazie al marito albanese. Il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri ha ricostruito i suoi spostamenti grazie agli impulsi del cellulare. In settembre ha lasciato l'Italia acquistando a Roma un biglietto aereo per la Turchia. Poi sarebbe proseguita per la Siria con un gruppo di jihadisti albanesi.

Venerdì alla Camera il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha confermato che quattro dei 53 combattenti della guerra santa partiti dal nostro paese erano connazionali. Uno di questi è una donna, Maria Giulia Sergio, la prima italiana pronta a morire per Allah.

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