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Lotta a baby gang, daspo ai minori e castrazione. Ecco il piano Lega contro il "branco"

Lotta dura al branco. Occhi puntati sulla sicurezza delle nostre città e soprattutto delle periferie più abbandonate

Lotta a baby gang, daspo ai minori e castrazione. Ecco il piano Lega contro il "branco"

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Lotta dura al branco. Occhi puntati sulla sicurezza delle nostre città e soprattutto delle periferie più abbandonate. La strategia del governo è chiara, confermata dalla volontà della premier Meloni di andare a Caivano, e segue binari parallei . Da un lato far sentire ancora più forte ed evidente la presenza dello Stato nei quartieri meno presidiati, dall'altro cercare di arginare i crimini messi in atto dalle ormai famigerate baby-gang. Su quest'ultimo aspetto, la strategia della Lega punta a «sorvegliare» quello che succede sui territori e a mettere in atto misure mirate alla prevenzione e al contrasto dei crimini del branco. Non per nulla, proprio a seguito dell'ennesimo episodio di violenza avvenuto il 25 agosto a Bergamo (una maxi-rissa che avrebbe coinvolto una ventina di ragazzi, tra cui molti minorenni, all'inaugurazione di un luna park del rione Celadina) il leader del Carroccio ha preso carta e penna e ha scritto all'Eco di Bergamo annunciando delle misure ad hoc. Si va da pene severe per chi pubblica video con atti di violenza, soprattutto contro inermi, al «cartellino giallo» per i ragazzini dai 12 anni in su. Misure che sono contenute in un disegno di legge all'esame della commissione parlamentare.

«Uno dei punti qualificanti del ddl Lega contro le baby gang è il cosiddetto daspo: tecnicamente si tratta di un'ammonizione, come quella già in vigore per contrastare gli stalker. Si applica anche ai minori non imputabili, cioè sotto i quattordici anni. Consiste nella convocazione in questura del ragazzo con i genitori, che spesso non sono avvertiti delle azioni che questo compie. Inoltre sono previsti processo senza sconti per chi commette reati di gruppo e non accetta di svolgere subito lavori socialmente utili e multe salate (fino a 1000 euro, ndr.) per i genitori che non controllano se i figli non frequentano la scuola dell'obbligo», ha spiegato al Giornale il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari nonché ispiratore del ddl.

«Non è un'azione per spalancare le celle ai giovani problematici. Nessuna impunità, nessuna esagerazione punitiva: va tenuto un equilibrio secondo il principio persona avvisata, mezza salvata», ha aggiunto Salvini. Che a seguito degli ultimi episodi di violenza sessuale nei giorni scorsi ha rispolverato anche un vecchio cavallo di battaglia della Lega: la castrazione chimica, soprattutto per i casi più gravi di recidiva.

«La proposta della Lega è condivisa da molti italiani e in vigore in tredici Paesi europei. Si applica su base volontaria e a soggetti recidivi, che oltre a scontare la pena per il grave reato commesso, accettino di curarsi. Noi la mettiamo a disposizione per trovare, insieme agli alleati, la sintesi migliore. Sicurezza delle donne, prevenzione di nuovi reati e cura dei soggetti che, dichiarati pericolosi dai giudici, si sottopongano a un percorso: questi devono essere gli obiettivi quando si parla di uno dei reati più odiosi e violenti», ha precisato Ostellari.

Grande attenzione poi alla funzione della famiglia e delle scuole. A tal proposito, il ddl della Lega n.2283 «promuove l'attivazione di strumenti didattici e interventi educativi affidati a professionisti psicologi specializzati nel trattamento delle dinamiche e delle problematiche adolescenziali, anche sensibilizzando ad un uso consapevole di internet e dei social media in relazione all'utilizzo di immagini e video violenti».

Un ddl che fa il paio con la proposta del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, di introdurre lo psicologo a scuola.

Va ricordato poi che nel programma di governo è stata posta grande attenzione al «Piano straordinario di riqualificazione delle periferie» da attuare insieme alla «riqualificazione di quartieri, edifici, stazioni, strade e parchi in stato di degrado e di illegalità diffusa».

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