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Di Maio blinda il patto con Salvini: "Fusione a freddo che funziona"

Conte parlerà ai giornalisti con la finanziaria ancora in Aula

Di Maio blinda il patto con Salvini: "Fusione a freddo che funziona"

Roma Arriva alla terza e definitiva approvazione, la manovra «del popolo», testo paracadutato tra vibranti proteste nell'aula del Senato prima di Natale, e votato nottetempo «a scatola chiusa». Tocca ora alla Camera sconfessare, in pratica, il testo inutilmente votato prima che si arrivasse all'accordo con la commissione Ue. Guai però ad approvare qualsiasi modifica, che comporterebbe un ulteriore passaggio al Senato e, presumibilmente, il ricorso all'esercizio provvisorio. Con scelta di tempo assai opinabile, mentre la manovra sarà in discussione in aula, domani il premier Giuseppe Conte sarà impegnato nella conferenza stampa di fine anno, annunciata nella stessa sala di Palazzo Chigi dove la ministra Fornero presentò la sua riforma pensionistica cedendo alle lacrime. Non c'è da attendersi uguale crollo emotivo da parte di Conte, in questi giorni impegnato in cerimonie natalizie e dal terremoto catanese.

La maggioranza arriva a fine anno con le ossa un po' ammaccate, ma con la baldanza propagandistica di sempre. Se sindacati e opposizioni rimangono sul piede di guerra, annunciando manifestazioni di protesta (presidio pd davanti Montecitorio il 29, mentre Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza a gennaio), il vicepremier Luigi Di Maio, rinfrancato dal ritorno di Alessandro Di Battista dalle Americhe, difende a spada tratta una manovra che, sostiene, mette al centro i cittadini e ridà loro dignità. «Abbiamo trovato un Paese abbandonato a se stesso e in sei mesi sono tanti i traguardi raggiunti». Le frizioni con l'alleato leghista sono accantonate, anche perché le due forze stanno muovendo all'unisono verso la vera battaglia politica, che sarà la campagna elettorale per le Europee di maggio. «Credo che quella con la Lega sia una fusione a freddo - racconta Di Maio -, ma ha funzionato bene. C'è un rapporto diretto e schietto, tutte le situazioni le abbiamo affrontate con franchezza e senza dietrologismi. Ci sono visioni diverse su alcuni temi, com'è giusto che sia, ma fino ad oggi, con il confronto, si è sempre trovata la quadra».

Secondo il vicepremier grillino «l'importante è che si continui sulla linea dettata dal contratto di governo, le differenze di vedute le abbiamo appianate e limate proprio grazie al contratto stipulato quando è nato l'esecutivo, che è strutturato per essere realizzato in 5 anni e al momento non vedo il bisogno di integrare o modificare». In nome della blindatura del contratto, dunque, l'armistizio natalizio con Salvini regge. Il capo leghista a sua volta è stato rassicurante nei confronti della possibile novità che si profila all'inizio dell'anno con un impegno politico più diretto da parte di Di Battista, l'ala più «movimentista» dei Cinquestelle. «Sono curioso di vederlo», aveva dichiarato qualche giorno fa.

Segno che i gialloverdi si «marcano stretto», ma vogliono arrivare alla battaglia delle Europee senza ulteriori «strappi». DA

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