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Di Maio nella bufera "Ora venga a riferire. Non li paghiamo per colpire i nostri"

Solidarietà da tutti i partiti ma imbarazzo nella maggioranza. La rabbia dei pescatori

Di Maio nella bufera "Ora venga a riferire. Non li paghiamo per colpire i nostri"

Dopo i ripetuti sequestri di pescherecci italiani con i relativi equipaggi, adesso la guardia costiera libica si è messa pure a sparare. L'ennesimo abbordaggio è avvenuto ieri in acque internazionali, a circa 40 miglia al largo di Misurata, una zona a rischio per pescare, dove sono già stati numerosi gli episodi di sequestri e di minacce ai pescatori di Mazara del Vallo. Un'escalation che ha portato ieri i libici a sparare, ferendo il comandante del peschereccio Aliseo. Solo grazie all'intervento della Marina Militare italiana è stato sventato un nuovo ratto di navi e uomini.

L'episodio ha scatenato la rabbia e la frustrazione dei pescatori siciliani, che invocano l'intervento dello Stato, ma pesanti sono state anche le reazioni nel mondo politico. Da destra a sinistra, tutti chiedono che il Governo riferisca in Parlamento sulla questione. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha definito «inconcepibile quel che è accaduto. Solidarietà al comandante del peschereccio italiano e non ci si potrà accontentare di scuse o vaghe spiegazioni». Sul fronte opposto, Fratelli d'Italia non fa sconti. «Dalle notizie che giungono il comandante di uno dei due pescherecci sarebbe rimasto ferito e questo ci rimanda all'episodio del sequestro dei nostri marinai e alla loro lunga detenzione in Libia prima che fossero rilasciati ha affermato il senatore di Fdi Adolfo Urso -. Pretendiamo che il governo ci riferisca nel merito». Sulla stessa linea anche la Lega che ha parlato di «attacco gravissimo». I deputati Paolo Formentini e Lorenzo Viviani hanno sottolineato che da tempo la Lega «chiede un intervento diplomatico per garantire la sicurezza e il lavoro dei nostri pescatori».

Ma c'è anche chi non risparmia la polemica mettendo nel mirino Luigi Di Maio. «La notizia degli spari contro un peschereccio italiano e del ferimento di un pescatore è molto grave e segnala una sempre maggiore instabilità del Mediterraneo. Chiediamo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di riferire immediatamente sull'episodio e sullo stato dei rapporti con la Libia», ha detto Maurizio Lupi, presidente di Noi con l'Italia. «A un primo superficiale sguardo - ha aggiunto -, sembrerebbe paradossale continuare ad addestrare la Guardia costiera libica per riceverne in cambio continue segnalazioni di violenze sui migranti e colpi di mitraglia alle nostre navi. L'Italia ha il dovere di tutelare i propri interessi nazionali e far sentire la sua voce in modo più autorevole». Anche Forza Italia non lesina frecciate, ricordando che la motovedetta libica che ha sparato ai nostri pescherecci «probabilmente è un'imbarcazione di quelle concesse dal governo italiano per contrastare l'immigrazione clandestina». «Un episodio che, se confermato in questa dinamica, sarebbe molto grave, soprattutto in considerazione dei rapporti di buon vicinato che il nostro governo sta tentando di tessere con la Libia - ha detto Enrico Aimi, senatore azzurro e capogruppo in commissione Affari Esteri -. La diplomazia adesso deve diventare strumento prioritario e fondamentale per uscire da una situazione non certo felice che da troppo tempo si protrae e che riguarda i rapporti con la Libia, che ormai non sembrano essere così distesi».

Anche a sinistra si apre il fuoco contromil governo che deve spiegare «se a sparare è stata la stessa guardia costiera libica che il Presidente del Consiglio ha ringraziato qualche giorno fa per le deportazioni quotidiane di migranti e se lo ha fatto utilizzando una delle motovedette che gli abbiamo regalato - ha detto il deputato di Leu Erasmo Palazzotto -. Dopo questo ennesimo e gravissimo episodio, occorre sospendere immediatamente la missione di supporto alla guardia costiera libica». Nessuna reazione per ora dei grillini, ma anche il Governo tace, dimostrando un certo imbarazzo. Unico membro dell'esecutivo a intervenire è stata Mara Carfagna, ministro per il Sud, che ha dichiarato di essere «vicina ai pescatori e agli armatori siciliani, e in particolare al capitano Giuseppe Giacalone, vittima dell'attacco armato.

Resterò in contatto con il Ministero della Difesa per seguire gli sviluppi della situazione».

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