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Il manager che macina utili con il pallino dell'italianità

"Se si vuole salvaguardare l'interesse nazionale, si dovrebbe produrre in Italia e non altrove". Così Flavio Cattaneo, neo ad di Enel, parlava - in un'intervista dello scorso dicembre - della produzione di pannelli fotovoltaici

Il manager che macina utili con il pallino dell'italianità

«Se si vuole salvaguardare l'interesse nazionale, si dovrebbe produrre in Italia e non altrove». Così Flavio Cattaneo, neo ad di Enel, parlava - in un'intervista dello scorso dicembre - della produzione di pannelli fotovoltaici avviata dal colosso di Stato sia a Catania che negli Stati Uniti. Il pallino dell'«italianità», che condivide con l'amico e socio in affari Luca Cordero di Montezemolo, è un tratto distintivo del manager milanese. Uno dei pochi protagonisti dei «salotti buoni» della finanza italiana noti anche al grande pubblico per via del suo matrimonio con la nota attrice Sabrina Ferilli. E, dunque, Cattaneo è familiare sia a chi legge il Financial Times sia a coloro che compulsano Chi e Dagospia o guardano Verissimo. Ma ciò che consente al manager di restare sulla cresta dell'onda negli ultimi trent'anni è la sua indiscussa abilità: ha curato la privatizzazione di FieraMilano, ha portato da direttore generale la Rai a conseguire il record di utili e ha reso Terna, la società della rete elettrica, una vera utility al passo con i tempi. Ma il vero all-in è stato con Italo, trasformata da start-up ferroviaria in panne in azienda profittevole rivenduta al fondo Gip per 2 miliardi di euro.

La sua nuova scommessa sono i torpedoni di Itabus. Cosa rende speciale Cattaneo? L'esser di casa tanto in Mediobanca quanto con il milieu romano di Francesco Gaetano Caltagirone nella cui lista è stato eletto consigliere Generali.

I suoi difetti? L'esser durato troppo poco in Telecom e l'interismo.

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