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La manovra non cambia. Il governo sfida la Ue: "Noi non arretriamo"

Nella lettera di risposta alla Commissione Ue, il governo conferma rapporto deficit/Pil al 2,4% e crescita all'1,5% e va allo scontro con Bruxelles. Ma introduce dismissioni e clausole di salvaguardia

La manovra non cambia. Il governo sfida la Ue: "Noi non arretriamo"

Non cambiano i saldi, come non cambiano le previsioni di crescita del Pil all'1,5%. Nonostante la lettera della Commissione europea e le continue bordate ricevute da Bruxelles, il governo ha deciso di tirare dritto e di non fare alcuna variazione sulla manovra economica. Niente di nuovo, però. Come annunciato fin dall'inizio del braccio di ferro con l'Unione europea, Matteo Salvini e Luigi Di Maio mandano un segnale chiaro: non cederanno di un solo millimetro nell'aspro confronto sui conti pubblici. E, a questo punto, la strada si fa sempre più in salita e sempre più lontana dai parter europei che si preparano a fare la guerra all'Italia.

"Manteniamo come un pacchetto di mischia rugbistico quello che abbiamo messo in manovra". Ieri Salvini lo aveva messo bene in chiaro. E, nel giorno in cui Bruxelles attende la risposta alla richiesta avanzata dalla Commissione europea di correggere il draft budgetary plan, l'esecutivo decide di tracciare una linea molto netta: l'intera impalcatura della legge di Bilancio e l'azione politica non cambieranno di una virgola (guarda il video). "Ci impegniamo a mantenere il 2,4% di deficit - ha annunciato Di Maio - ma reddito di cittadinanza, quota 100 e rimborsi a risparmiatori truffati non cambiano e vanno avanti". La decisione è arrivata al termine del Consiglio dei ministri che si è riunito a tarda sera, dopo il rientro del premier Giuseppe Conte dalla Conferenza sulla Libia di Palermo. Archiviata l'ipotesi di rivedere le stime sulla crescita e anche il deficit, il governo ha messo nero su bianco che il 2,4%, sarà comunque il tetto massimo e che nessun caso verrà sforato. Non solo. Sono stati confermati i controlli automatici sulla spesa e le clausole di salvaguardia per evitare che un aumento della spesa che porti il deficit/Pil oltre l 2,4%. Una mossa, quest'ultima, che serve a rassicurare i partner europei della serietà delle intenzioni italiane e soprattutto della volontà di non superare il tetto indicato.

Qualcosa, in realtà, è stato modificato. Ma non, come ha assicurato lo stesso Salvini, "in base alle richieste di Bruxelles". "Si cambia in base a quello che succede in Italia, ad esempio a causa del maltempo - ha spiegato Salvini - stiamo facendo la conta dei danni e rischiano di essere 5 miliardi di euro". Nella lettera il governo chiede di scomputare dal disavanzo gli interventi, che serviranno a far fronte al dissesto idrogeologico, in quanto "eccezionali". Tra le novità inserite in manovra per contenere l'eccessiva spesa vi è, però, l'introduzione di operazioni di dismissione di immobili dello Stato. Un'operazione che, secondo i calcoli dell'esecutivo, dovrebbe valere l'uno per cento del Pil. Ma Di Maio si è affrettato ad assicurare che non verranno svenduti i "gioielli di famiglia". Salvini sembra soddisfatto del lavoro fatto: "Abbiamo lavorato a una manovra che comprende più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse (non per tutti, ma per tanti italiani)". E, nel giorno in cui il Fondo monetario interazionale ha espresso forti dubbi sull'impianto della manovra, ci tiene a far presente che se all'Europa dovesse andare bene la legge di Biancio, il governo sarà contento.

"Se all'Europa non va bene, tiriamo dritti lo stesso".

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