Cronaca nera

Marisa tra figlia, vino e l'impegno in difesa delle donne

Ci aveva fatto una figlia, la sua adorata bambina, è vero. Ma poi si erano lasciati, allontanati, forse persino odiati

Marisa tra figlia, vino e l'impegno in difesa delle donne

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Ci aveva fatto una figlia, la sua adorata bambina, è vero. Ma poi si erano lasciati, allontanati, forse persino odiati. Nel 2020 lei lo aveva addirittura denunciato per stalking. Erano andati ognuno per la propria strada e non era più la stessa strada. Lei aveva finalmente trasformato la sua passione per i vini in un mestiere e si era messa a lavorare come responsabile marketing di un'azienda vitivinicola siciliana. Anche il nome della cantina, Colomba Bianca, a ripensarci adesso sembra impastarsi di torba e presagi. Come il fatto che in passato Marisa Leo, trentanove anni, originaria di Salemi, avesse postato frasi e video per sensibilizzare sulla violenza contro le donne. «Ascoltiamo la voce di chi chiede aiuto, prima che quella voce venga spenta» aveva scritto sui suoi social un 8 marzo, giornata internazionale delle donne: «Diamo voce allo slogan del movimento Non una di meno contro la violenza sulle donne. Tutti possiamo far qualcosa: aiutare, sensibilizzare, diffondere... affinché non una donna in più subisca delle violenze». E in vista di ottobre si preparava a organizzare un evento delle «Donne del vino», di cui era rappresentante, contro la violenza di genere. Una bella faccia piena di carattere, i capelli scuri, gli zigomi scolpiti a scavare le guance. Aveva partecipato all'ultimo Vinitaly per far conoscere i vini della cantina, viaggiava spesso tra fiere e aziende vinicole e insomma non si era persa d'animo dopo aver capito che l'uomo della sua vita non sarebbe stato per tutta la vita. Lui, Angelo Reina, 42 anni, di Marsala, non si era quietato della stessa pace.

Era brillante, grintosa, allegra: la vita a sorsi Marisa, comunque. Quelle erano le carte, quello era il gioco e faceva quadrare tutto dando una sensazione di levità. Malgrado sostenesse di aver dovuto faticare il doppio dei suoi colleghi maschi per riuscire ad arrivare dov'era arrivata: «La parità non esiste ancora, il nemico più grande rimane il pregiudizio di tanti uomini, il pericolo maggiore è la mancanza di consapevolezza di molte donne. Ma non sarà così per sempre, una rivoluzione culturale è in atto. Grazie alle donne che mi ispirano ogni giorno» era stato uno dei suoi post. In un'altra occasione, sempre l'8 marzo, aveva scritto sui social: «Questo pensiero è dedicato alle donne coraggiose che conosco e che sono fonte di ispirazione per me. Donne che non hanno scelto la via più facile e che si impegnano con tenacia ogni giorno per raggiungere obiettivi, che lottano senza perdere mai il rispetto del proprio essere donna. Sono quel tipo di donne che affrontano le sfide a testa alta, che non ti raccontano lamenti e fatica, che nonostante tutto indossano il loro sorriso più bello e riescono a godere della gioia dei momenti. Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà».

Tre colpi di carabina sparati dal suo ex compagno le hanno tolto di dosso tutte le sfide.

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