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Maxwell condannata a 20 anni di cella. "Epstein è il mio più grande rammarico"

È colpevole di aver adescato e manipolato minorenni perché venissero sessualmente abusate dal finanziere, suo ex fidanzato

Maxwell condannata a 20 anni di cella. "Epstein è il mio più grande rammarico"

Ghislaine Maxwell dovrà trascorrere i prossimi vent'anni in carcere. La sentenza, ampiamente anticipata da Alison Nathan, la stessa giudice incaricata di emetterla, è arrivata alle 20.30 ora italiana. La procura distrettuale aveva chiesto una condanna tra i 30 e i 55 anni di carcere, ma il tribunale si è attenuto alle linee guida previste in questi casi. Maxwell, figlia più piccola del controverso editore britannico Robert Maxwell e compagna del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein, suicidatosi in carcere nel 2019, è stata condannata lo scorso anno per traffico e abusi su minorenni. I crimini sono durati per circa un decennio, tra il 1994 e il 2004. La donna, che dal 2020 si trovava rinchiusa tra le stesse mura del carcere di sicurezza di Brooklyn, di cui spesso ha lamentato il trattamento inumano (in attesa della sentenza, ultimamente era stata messa nella sezione dei sorvegliati speciali perché a rischio di suicidio, nonostante avesse sempre affermato di non aver pensato di uccidersi) è stata la protagonista di uno dei casi più mediatizzati degli ultimi decenni. Lei si è sempre proclamata innocente e i suoi legali hanno giocato spesso la carta della «vittima predestinata» e del «capro espiatorio» per difendere la propria cliente. Accusata di aver procurato a Epstein e alla sua cerchia di potentissimi e ricchi amici ragazzine minorenni, spesso provenienti da famiglie disagiate e in difficoltà, questa donna che poteva avere tutto è stata presentata alla giuria come una predatrice sessuale anche peggiore di Epstein.

A farsi avanti, beneficiando anche dell'onda del MeeToo, sono state sempre più donne, ora cinquantenni, che all'epoca degli abusi erano poco più che adolescenti, alcune addirittura bambine. Tre di loro ieri hanno potuto rilasciare una dichiarazione pubblica, altre due hanno preferito optare per un commento scritto. Le molteplici sfaccettature del caso e delle sue protagoniste, hanno però trascinato l'opinione pubblica in un dibattito senza fine. La tragica infanzia di Ghislaine, prigioniera di un padre padrone che l'adorava e la maltrattava allo stesso tempo e il disgraziato legame morboso con Epstein, hanno spesso favorito l'immagine di Maxwell come vittima e carnefice al tempo stesso. Il suicidio del compagno infine aveva avvalorato spesso la tesi che la sua ex amante dovesse pagare per le malafatte del miliardario e dei suoi amici in cerca di avventure morbose, tra cui figura anche il secondogenito della Regina Elisabetta, il principe Andrea. Proprio quest'ultimo, accusato da una delle vittime di Epstein di molestie, dopo aver smentito ferocemente ogni addebito, ha finito per concludere un accordo extragiudiziale miliardario pur di non finire in tribunale, perdendo, a causa dello scandalo, persino il titolo nobiliare. Nelle scorse settimane gli avvocati di Maxwell hanno dichiarato che non avrebbe dovuto ricevere una sentenza significativa in termini di anni da scontare «soltanto perché Epstein non è più qui. Lei, vestita con la divisa del carcere, ieri si è scusata con le vittime e, per la prima volta, ha dichiarato di provare empatia nei loro confronti.

«Incontrare Epstein è stato il più grande rimpianto della mia vita ed essere associata al suo nome sarà una macchia permanente» ha ammesso, aggiungendo di sperare che questa sentenza consenta finalmente alle vittime di «chiudere con il passato e trovare pace».

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