Coronavirus

Medici No Vax, no delle Regioni e torna l'infermiera "deportata"

Schillaci: "I direttori sanitari decidano dove metterli". La Puglia fa muro: "Sono valide le nostre leggi sul divieto"

Medici No Vax, no delle Regioni e torna l'infermiera "deportata"

Un anno fa si era vestita da deportata nei lager, con tanto di filo spinato e tuta a strisce, e aveva guidato una manifestazione contro i vaccini e il green pass. Ora Giusy Pace, infermiera di 35 anni, reintegrata al lavoro nell'azienda ospedaliera Maggiore della carità di Novara, si mette in ferie perchè non vuole fare il tampone: «Fatemi capire - scrive sui social - non sono più obbligata al vax ma devo fare il tampax?». Come lei rientrano i medici e gli infermieri che continuano («a testa alta», si impuntano) a non credere nel vaccino. «Però serve urgentemente personale» sostengono il premier Giorgia Meloni e il ministro alla Salute Schillaci. E visto che il Covid ormai sembra aver imboccato la strada del virus endemico (e quindi gestibile), si è data priorità a un'altra emergenza: la mancanza di personale.

In realtà non rientreranno in corsia tutti i 4mila sanitari attesi, ma solo 1.878. Uno studio Fnomceo calcola che tra l'esercito dei no vax sospesi, 400 sono odontoiatri e il 47% ha più di 68 anni ed è fuori dal sistema sanitario nazionale. «Per di più - spiega il presidente Filippo Anelli - dei rimanenti 1878, la percezione è che per la maggior parte siano liberi professionisti».

Il reintegro dei medici no vax spacca in due gli ospedali. In Puglia il rientro in ospedale dei no vax è stato vietato. E il sottosegretario alla Sanità Marcello Gemmato annuncia che la legge regionale verrà impugnata. «Non può - replica il presidente pugliese Michele Emiliano - la legge è del 2021, sono scaduti i termini per contestarla». In Campania il presidente Vincenzo De Luca firma una direttiva perchè i medici non vaccinati stiano lontano di pazienti fragili. Nelle altre regioni saranno i direttori ospedalieri a decidere se farli tornare in reparto o dove assegnarli. «Quello che andranno a fare - interviene il ministro Orazio Schillaci - saranno le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare».

«Una follia farci rientrare? È stata una follia sospenderci perché è dimostrato che anche i vaccinati contro il Covid possono contagiare. Ora aspettiamo che qualcuno faccia luce se la sospensione era un provvedimento necessario» commenta un infermiere, Enzo Palladino, che oggi tornerà in servizio ad Ancona. Morbida la posizione del governo anche sulle multe ai cinquantenni no vax che non hanno rispettato l'obbligo di vaccinarsi. «Per ora sulle multe ai no vax stiamo facendo una ricognizione internazionale e mi sembra ci siamo solo in Grecia e forse in Spagna oltre all'Italia» ha detto il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato riferendo che, a suo parere, anche 100 euro «in questo momento di crisi economica possono essere un peso».

«Sui medici abbiamo semplicemente anticipato il termine di sospensione per i sanitari non vaccinati, rispondiamo all'esigenza di un maggior numero di medici in un momento in cui le occupazioni delle intensive sono al 2%».

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