Cronache

Meghan senza etichetta La normalità? È "reale"

Si chiude la portiera da sola e accavalla le gambe: sudditi sotto choc, lei se ne infischia

Meghan senza etichetta La normalità? È "reale"

Dio salva la regina ma con il protocollo deve fare i conti con la duchessa del Sussex, al secolo Meghan Markle. Ne ha combinata una che a casa Windsor si sono uditi mormorii anche tra i corgis. Invitata alla Royal Academy of Arts per l'evento Oceania, la nobile Meghan, fasciata da un Givecnhy nero con spacco lungo la gamba e tacco dodici abbondante, è scesa dalla vettura regale e, senza attendere l'intervento dell'addetto al cerimoniale, ha provveduto lei stessa a chiudere la portiera dell'auto, con un colpo secco, non proprio elegante. Apriti sky, nel senso che i Windsor hanno il loro protocollo, un'etichetta che va rispettata nei dettagli minimi. Lady Meghan se ne infischia, accavalla le gambe, cosa proibita ai massimi, si fa cingere le spalle da quell'incredibile LeBron James, metri due e centimetri tre, ala e leggenda dei Los Angeles Lakers di basket, porta borse a tracolla, ma l'hanno informata che, causa matrimonio con Harry, deve abbandonare il look hippie che comprende autografi e selfie, cancellati definitivamente.

Il mondo corre ma la casa reale inglese resta nel secolo che fu, ben aggrappata a riti e cerimonie che ne fanno una esclusiva per cielo, mare e terra. Per esempio Meghan si deve dimenticare di giocare a Monopoli, severamente vietato a Buckingham e negli altri siti di proprietà dei Windsor. Il gioco è di società ma non di alta società, infatti induce mire espansionistiche, può diventare un vizio eppoi, a pensarci bene, i Windsor potrebbero stravincere comprandosi in un giro solo Parco della Vittoria e Viale dei Giardini, valore antico 40mila lire, attuale 400 euro, al cambio inglese Mayfair, il più raro dei viola, 400 sterline più 200 per ogni casa, dunque spiccoli per la Royal family. Non è finita qui. Elisabetta regina impone la propria regola anche a tavola: prima di tutto niente aglio, provoca aliti pesanti e la cosiddetta «fiatella» potrebbe inquinare discorsi e incontri diplomatici. Niente molluschi e frutti di mare, pericolosi per allergie e anisakis, in verità è in circuito una fotografia del principe Charles che sta strafocando un'ostrica mentre di fianco la Camilla consorte se la ride. Veniamo al pranzo o alla cena: quando la regina smette di rifocillarsi, tutti i presenti devono lasciare forchette, coltelli e cucchiai, mollare la presa dei bicchieri (cosa questa ardua per le abitudini dei britannici), interrompere il pasto, attendere minuti cinque finché la sovrana, dopo aver ripreso la borsetta, non si alzi dal desco e saluti la compagnia. La stessa regina manda un segnale chiaro e forte quando giunge a noia nelle conversazioni, sposta da un avambraccio all'altro la borsetta di cui sopra e la chiacchierata svanisce con un inchino. Arriva l'ora del the e qui occhio all'indice e al pollice uniti a tenere la tazzina che deve fumare come una ciminiera. Non pensiate di domandare dove si trovi la toilette, vietato usare frencesismi o affini anche nel momento del bisogno, per i Windsor il luogo previsto chiamasi lavatory. Informate, poi, Carlo Cracco che, nella pubblicità televisiva, è felice di tornare a casa nel suo living: a Windsor Palace si usa drawing room.

La famiglia reale è fatta così, anche nell'intimità: Filippo chiama Elisabetta cabbage, che sarebbe «cavolo» ma sta per «noiosa»; William chiama Kate darling. Ma la duchessa Meghan rompe il protocollo e non si smentisce. Chiama Harry «Haz».

Oh yes.

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