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L'esordio alla Camera: la Meloni cambia marcia

Focus sulla politica estera. A breve l'incontro con il numero uno Nato. Poi visite in Ucraina, Alicante (Euromed) e Tirana (vertice Balcani). La tassa "piatta" per partite Iva fino a 100mila

L'esordio alla Camera: la Meloni cambia marcia

Dura quasi un'ora e quindici minuti il discorso programmatico del neo-presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell'aula della Camera. Un intervento a tratti a braccio, come solitamente predilige la leader di Fdi. Che in diversi passaggi, in particolare quelli sulla politica estera, si affida però al testo scritto (messo a punto in buona parte dal fidatissimo senatore Giovanbattista Fazzolari). D'altra parte, sono proprio questi i temi più delicati, quelli su cui non solo l'Europa, ma tutta la comunità internazionale, chiede una posizione chiara. In primo luogo sull'Ue, perché il partito di Meloni ha avuto - è vero, ormai diversi anni fa - posizioni molto critiche. Ma soprattutto sulla collocazione Atlantica e filo Ucraina, perché - non è un mistero - all'estero la Lega è considerata un partner non affidabile e le polemiche che hanno preceduto la formazione del governo si sono portate dietro strascichi.

Non è un caso che nell'aula di Montecitorio, ad assistere dalla tribuna riservata agli ospiti, ci sia l'incaricato d'Affari ad interim dell'ambasciata americana, Shawn Crowley. Come non è un caso che su tutti i passaggi cruciali che riguardano la politica estera Meloni scelga di usare parole chiare e nette. Con buona pace del gruppo parlamentare della Lega, che non applaude proprio il passaggio sull'invasione della Russia in Ucraina.

Meloni, però, ha ben chiaro quanto la collocazione geopolitica dell'Italia sia centrale. Ecco perché sta già lavorando su un'agenda di appuntamenti piuttosto fitta. Si ragiona su una trasferta a Bruxelles già la prossima settimana, per incontrare i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Ursula von der Leyen e Charles Michel. Ma anche su un faccia a faccia con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. A Bruxelles oppure a Roma, dove il numero uno dell'Alleanza Atlantica è atteso nei prossimi giorni. Il rapporto tra i due, d'altra parte, sembra solido. Tanto che Stoltenberg ieri ha avuto parole di apprezzamento per le dichiarazioni programmatiche di Meloni. «Accolgo con favore - ha detto - la chiara adesione del governo italiano al patto Atlantico e il messaggio che arriva sulla linea degli aiuti all'Ucraina». E ancora: «Non vedo l'ora di collaborare con Meloni».

Ma sul tavolo c'è anche una trasferta a Kiev, un segnale inequivocabile di sostegno alla causa dell'Ucraina. Non a caso, intervistato dal Corriere della Sera, proprio ieri Volodymyr Zelensky ha invitato il premier italiano a Kiev. Un viaggio che Meloni vorrebbe mettere in agenda prima del G20 in programma a Bali il 15 e 16 novembre. Sempre che la tempistica lo permetta, visto che la finestra temporale è davvero stretta. Il momento giusto potrebbe essere un giovedì, giorno del cease-fire (cessate il fuoco) che permetterebbe di muoversi in territorio ucraino con meno rischi. Anche se la visita di ieri del presidente tedesco, Frank Walter Steinmeier, lascia supporre che la capitale ucraina sia comunque accessibile in sostanziale sicurezza. Un faccia a faccia, quello con Zelensky, che sarebbe una buona premessa in vista di un eventuale bilaterale con Joe Biden durante il summit in Indonesia. Proprio ieri, peraltro, il presidente americano e Meloni hanno avuto un lungo contatto telefonico in cui - riportano fonti di Palazzo Chigi - il premier italiano ha ribadito «l'importanza della partnership transatlantica» e ringraziato Biden «per le congratulazioni». Ancora in dubbio, invece, la presenza di Meloni a Sharm el-Sheikh a inizio novembre per la Cop27 sul clima. Mentre a inizio dicembre il premier italiano dovrebbe essere sia ad Alicante per l'Euromed che a Tirana per un vertice sui Balcani.

Sul tavolo del presidente del Consiglio, ovviamente, anche i dossier interni. La prossima settimana, infatti, dovrebbe tenersi il primo Consiglio dei ministri «operativo». Ma il nuovo decreto bollette arriverà agli inizi di novembre, perché prima è necessaria una ricognizione di Palazzo Chigi e del Mef sulle risorse rimaste ancora a disposizione.

Entro fine anno, invece, Meloni vorrebbe spingere sulla flat tax, ampliandola per le partite Iva dai 65mila ai 100mila euro.

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