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Il ministro lussemburghese tifava sbarchi e ora vuol liberare la capitana

Il ministro Asselborn che aveva interrotto Salvini con "Merd..." scrive a Moavero: "Aiutami a rimettere in libertà Carola"

Il ministro lussemburghese tifava sbarchi e ora vuol liberare la capitana

Lo scorso settembre urlava "Merd...", interrompendo l'intervento di Matteo Salvini, ora battibecca con Enzo Moavero Milanesi (e con lo stesso Salvini) chiedendo che venga rilasciata Carola Rackete.

Si tratta di Jean Asselborn, il ministro del Lussemburgo che sulla sua pagina Facebook si rivolge direttamente al nostro ministro degli Esteri: "Caro Enzo", scrive in francese e in tedesco, "Aiutami a far sì che la comandante della Sea Watch sia rimessa in libertà. Salvare delle vite umane è un dovere e non potrà mai essere un delitto o un crimine; non salvarle, al contrario, lo è. Come in passato, il Lussemburgo con l'Italia per quello che riguarda la ripartizione dei migranti salvati nel Mediterraneo".

Parole a cui aveva già risposto ieri Enzo Moavero Milanesi, spiegando che i giudici in Italia hanno "piena indipendenza dal governo" e che quindi bisogna "con rispetto e fiducia" attendere le decioni sul caso Sea Watch.

E oggi è arrivato pure Matteo Salvini. "Ve lo ricordate il ministro lussemburghese che, urlando 'Merda', diceva che voleva più immigrati in Europa?", scrive il vicepremier sulle sue pagine social, "Adesso pretende che la comandante fuorilegge sia rimessa in libertà! Pazzesco... Ma non ha niente di meglio da fare???".

Il 14 settembre scorso il ministro italiano era a Vienna per un summit con gli omologhi dell'Europa. E aveva risposto proprio al collega del Lussemburgo, secondo cui l'Ue aveva bisogno di migranti per combattere una cittadinanza sempre più anziana. "Io penso di essere al governo e pagato dai miei cittadini per aiutare i giovani per tornarli a fargli fare figli. E non per espiantare il meglio dei giovani africani e rimpiazzare i giovani eurpei", aveva detto in quell'occasione Salvini. A quel punto Asselborn aveva sbottato: "Ale ale alè". E ancora: "In Lussemburgo, caro signore, avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi, dei migranti, affinché voi in Italia poteste avere i soldi per i vostri figli".

Poi aveva chiuso il microfono con fare stizzito: "Merde, alors", ha detto.

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