Cronache

Miracolo in extremis vicino a Oristano. Il primo battesimo dell'anno a Natale

Mai accaduto in quattro secoli che non ci fossero celebrazioni. Grazie alla piccola Caterina sarà scongiurato il triste record

Miracolo in extremis vicino a Oristano. Il primo battesimo dell'anno a Natale

Il fonte battesimale del XVIII secolo non era stato finora utilizzato. Nel 2020, a causa del Covid, nessun battesimo celebrato su dieci nascite. Ora, il regalo di Natale tanto desiderato da don Ignazio Serra è arrivato. Perché San Vero Milis, un comune di appena 2.500 anime in provincia di Oristano, rischiava di battere un triste primato e rimanere senza nemmeno un battesimo nell'anno segnato dalla pandemia. Un evento che non accadeva da quattro secoli. Non era avvenuto né durante la prima e la seconda guerra mondiale, né mentre infuriava la Spagnola nel 1918 (che uccise 12mila sardi), e nemmeno durante la peste del 1600.

Invece, potremmo dire quasi in corner, il primo battesimo dell'anno ci sarà, nei giorni dopo il Natale. A presiedere il rito sarà don Ignazio Serra, parroco di Santa Sofia, chiesa romanica del XIII secolo. Il sacerdote non sta nella pelle. «È un bellissimo regalo di Natale - dice al Giornale - super atteso. La nostra incessante preghiera è stata ascoltata. Celebreremo il rito per Caterina, una bimba di quasi 11 mesi, al di fuori dalla messa, solamente con genitori, padrino e madrina e il fratellino».

«A causa del Covid rischiavamo di avere zero battesimi - prosegue don Serra - sarebbe stata una cosa tristissima; nessun nuovo cristiano entrava a far parte della chiesa. Capisco che per molti si tratta di una grande festa, di un modo per ritrovarsi tutti insieme in famiglia. Ma è bene non rimandare il battesimo». «Forse c'è timore - continua il sacerdote, molti pensano si debba celebrare il battesimo durante la messa, invece non è così. Può avvenire alla sola presenza dei genitori del bambino, del padrino e della madrina e dei parenti più stretti».

Don Ignazio racconta quando la giovane coppia, dopo un appello rivolto dall'altare prima e tramite Facebook poi, si è presentata da lui per chiedere la celebrazione del rito. «È stata una gioia immensa - dice con un pizzico di emozione - e anche loro si sono detti felicissimi di accogliere questa opportunità».

Così come è sempre stato fatto finora (la parrocchia di Santa Sofia è stata la prima di tutta la Sardegna a sospendere lo scambio della pace durante la messa e a togliere l'acqua santa lo scorso marzo) anche per il battesimo si seguirà il rigido protocollo anti-Covid. «Il sacerdote deve tenere un'adeguata distanza dal battezzando, dai genitori e dai padrini; per le unzioni con l'olio si devono utilizzare guanti monouso e si deve omettere il segno della croce sulla fronte del bambino». I genitori della piccola hanno già fatto sapere che per ora rinunceranno alla festa con parenti e amici: si farà alla fine dell'emergenza Covid.

Lo scorso anno nella parrocchia Santa Sofia di San Vero Milis le celebrazioni del battesimo furono 8 e l'anno prima 11, 9 nel 2017 e 6 nel 2016. Negli ultimi anni, è stato il 2010 a registrare la cifra più consistente, con ben 21 battesimi celebrati.

«Adesso speriamo che qualche altra famiglia si faccia avanti - conclude don Serra - e che entro la fine dell'anno possa celebrare qualche altro battesimo».

Di certo per la piccola Caterina ci sarà anche il primo cittadino di San Vero Milis, Luigi Tedeschi. «Sono molto felice che ci sia almeno un battesimo. Credo che far parte di una comunità religiosa sia un valore che non può essere disconosciuto». Il sindaco ricorda anche che per i nuovi arrivati, il Comune riconosce una «somma di denaro di augurio e una lettera di benvenuto».

Chissà che anche questo non invogli altre coppie a rivolgersi al parroco per un altro battesimo.

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