Guerra in Ucraina

Missili ipersonici su Kiev. Ora la Nato "scalda" i jet. Macron, mano tesa a Mosca

La disinvoltura con la quale Mosca utilizza i missili supersonici Zirkon spaventa Kiev e preoccupa l'occidente che teme un'escalation, anche perché le forze di Putin sono tornate a violare lo spazio aereo polacco

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La disinvoltura con la quale Mosca utilizza i missili supersonici Zirkon spaventa Kiev e preoccupa l'occidente che teme un'escalation, anche perché le forze di Putin sono tornate a violare lo spazio aereo polacco. Dopo essere entrati in scena venerdì durante il raid sui poli energetici dell'Ucraina, ieri gli Zirkon sono ricomparsi sui cieli della capitale (come accaduto il 7 febbraio). Due sono stati intercettati e abbattuti dalla difesa aerea, ma i detriti incandescenti hanno concluso il loro percorso sui quartieri di Pechersk, Solomyansk, Holosiivsk e Dnipro, e all'aeroporto Zhulyani, dove gli invasori hanno distrutto due sistemi Patriot. Il bilancio è di 10 feriti, ma ci sono anche tre morti tra i civili per gli attacchi con missili Fateh-110 di fabbricazione iraniana e di droni Shahed, esplosi da 14 bombardieri Tu-95MS, su Kharkiv, Kherson, Mykolaiv e Odessa (colpita una seconda volta in serata). Per il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu), i due missili su Kiev erano diretti contro strutture dove si trovano alti funzionari dell'intelligence.

Il ministero degli Esteri fa la conta, rivelando che la Russia ha lanciato mille bombe tra missili, droni e ordigni aerei contro l'Ucraina la scorsa settimana, mentre Zelensky sottolinea che «non c'è stato un solo giorno negli oltre due anni di questa guerra in cui Mosca si sia astenuta dal terrorizzarci». Il ministro degli Esteri Kuleba aggiunge che «l'Ucraina ha urgente bisogno di una maggiore difesa aerea, in particolare di sistemi Patriot e di missili in grado di respingere qualsiasi attacco nemico». La risposta ucraina si è concretizzata in un raid con missili S-200 a Novocherkassk (Rostov sul Don) che hanno causato l'incendio di una centrale elettrica. La nave Yamal, attaccata nel fine settimana in Crimea, ha riportato danni critici.

La Nato ha condannato sia gli ultimi attacchi della Russia contro civili e città ucraine, così come lo sconfinamento dei jet di Mosca vicino a Oserdow (l'ambasciatore russo a Varsavia, Andreev, si è rifiutato di incontrare la diplomazia polacca). L'Alleanza fa sapere di aver rafforzato in modo significativo la posizione sul fianco orientale, anche con jet per proteggere i cieli polacchi. Una misura che rassicura anche Lettonia e Estonia, timorose, per voce dei presidenti Rinkevics e Karis, di dover fare i conti con Putin nell'immediato. L'azione di Mosca è stata duramente criticata anche dall'ambasciatrice americana in Ucraina Bridget Brink che ha stigmatizzato «l'utilizzo scriteriato di missili supersonici. Kiev ha bisogno della nostra assistenza adesso. Non c'è un momento da perdere». Un messaggio per sottolineare l'urgente necessità che la Camera Usa approvi i fondi supplementari per soddisfare le esigenze critiche dell'Ucraina sul campo di battaglia.

La strada della diplomazia in questi ultimi giorni porta alla Francia. Macron è passato da voler inviare 2mila soldati, a tendere una mano a Putin, non solo per questioni di terrorismo. Di fatto sarebbe una risposta dell'Eliseo al discorso di rielezione dello zar di Mosca che ai giornalisti aveva dichiarato di vedere «Parigi come interessante interlocutore per un tavolo di trattative». Ieri Putin ha anche detto che «la controffensiva di Kiev è ormai fallita.

L'iniziativa è solo nostra».

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