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Niente sedia a von der Leyen. Il Ppe: "Erdogan vergogna"

Nella sala presidenziale di Ankara non c'è posto per la presidente della Commissione. Schiaffo alle donne e all'Ue

Niente sedia a von der Leyen. Il Ppe: "Erdogan vergogna"

Presi a calci, metaforicamente, dal sultano di Ankara. È questo, in sintesi, il risultato della giornata di visita nella capitale turca della leader della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Le immagini e il video dell'incontro con Recep Tayyp Erdogan sono destinati a entrare nella storia: uno schiaffo alle donne e uno schiaffo alla Ue. Quando il presidente turco e i due leader europei sono entrati nella sala del palazzo presidenziale di Ankara, infatti, c'erano solo due posti a sedere. Quelli «d'onore» erano riservati a Erdogan e a Michel, che si sono accomodati, lasciando in piedi impietrita Ursula von der Leyen. Lei, in forte imbarazzo, ha guardato i due e ha fatto un cenno con la mano, per poi accomodarsi su un divanetto laterale. Uno sgarbo diplomatico? No, non solo questo. Va ricordato, innanzitutto, che la parità di genere nella Turchia islamizzata da Erdogan è un sogno lontano. Lo stesso presidente turco, solo poche settimane fa, il 20 marzo per la precisione, ha deciso di abbandonare la Convenzione di Istanbul (sulla lotta alla violenza contro le donne), rinnegando tutti i principi sui diritti di genere. La motivazione? Minaccia l'unità familiare. E pensare che solo in questo scorcio di 2021, quasi cento donne sono state vittime di femminicidio e che nel 2020 oltre 270mila uomini hanno ricevuto un'ordinanza restrittiva. Inezie. Ma era proprio di questo tema che i leader europei dovevano discutere con Erdogan, oltre che di immigrazione e di questioni mediterranee. Quale risposta migliore da parte del sultano di Ankara se non quella di considerare una leader donna inferiore agli uomini?

Molti, dal Ppe al Pse fino ai conservatori europei, si sono scagliati contro il presidente turco, accusandolo di diplomazia «machista». «Mettiamo le cose in chiaro. Qualcuno dovrebbe vergognarsi a causa della mancanza di un posto adeguato per Ursula von der Leyen nel palazzo di Erdogan», ha dichiarato il Partito popolare europeo. «Prima si ritirano dalla Convenzione di Istanbul, ora lasciano la presidente della Commissione europea senza poltrona in una visita ufficiale. Vergognosi», ha tuonato Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo Socialisti e democratici dell'Europarlamento. La stessa Ursula von der Leyen è rimasta molto sorpresa, come ha sottolineato il suo portavoce Eric Mamer. «Ha scelto di concentrarsi sulla sostanza dei problemi e non sulla forma», ha aggiunto gettando acqua sul fuoco. «L'episodio non dovrebbe far passare in secondo piano le ragioni del viaggio». Sarà, ma la forma è sostanza. «I Conservatori europei sono indignati. Un affronto senza precedenti che tutti i governi degli Stati membri devono condannare con forza. Il protocollo è sostanza e spiace che Bruxelles non se ne renda conto», ha affermato Giorgia Meloni, leader dei Conservatori europei.

Che la faccia tosta di Erdogan, con tanto di sgarbo diplomatico, non fosse sorprendente, potevamo aspettarcelo. Ma la condotta di Charles Michel è stata riprovevole. Non si è sentito minimamente offeso e non gli è passato neppure per la testa di alzarsi e lasciare la sedia a Von der Leyen. Evidentemente la buona educazione non è di casa e neppure il coraggio: cedendo il posto avrebbe compiuto un atto per inficiare quel protocollo oltraggioso. Invece, si è comportato da «pio bove», ma per niente amabile.

D'altronde, un bue non potrà mai diventare toro, gli mancano gli attributi.

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