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"Non si possono modificare i contratti". L'Authority bacchetta (in ritardo) i fornitori

La norma tutelava i clienti dal rischio di restare senza energia o gas

"Non si possono modificare i contratti". L'Authority bacchetta (in ritardo) i fornitori

Con l'aumento della morosità, sono centinaia le imprese che, per comprare energia e gas devono pagare in anticipo o presentare garanzie. Con il rischio che i clienti finali possano non pagare, anche perché hanno ridotto drasticamente i consumi. Uno studio dell'istituto Demoskopica ha evidenziato ogni famiglia italiana spenderà 1.516 euro in più nel 2022 per luce e gas rispetto all'anno precedente: 2.771 euro contro i 1.255 del 2021. L'Authority dell'energia Arera si muove in ritardo, quando la valanga sul caro bollette rischia di travolgere fornitori, clienti e stoccaggi del gas.
Colpa dello stop alle modifiche unilaterali dei contratti di luce e gas, previsto dal decreto Aiuti bis, che avrebbe dovuto interrompere con esiti retroattivi e fino al prossimo aprile lo stop ai contratti in essere da parte dei fornitori nei confronti di alcuni clienti, considerati potenzialmente morosi. Antitrust e Arera hanno scritto una nota congiunta per bacchettare le società energetiche, almeno sei secondo Il Messaggero, che avrebbero bellamente aggirato il divieto di recesso e la risoluzione per eccessiva onerosità.
L'appello lanciato l'altro ieri da Arera conferma quanto scritto dal Giornale questa estate: è confusa la norma sulle modifiche contrattuali «che si siano già perfezionate». Alcuni avvisi (del tipo «cercatevi un altro gestore») sarebbero stati inviati prima dell'entrata in vigore del decreto Aiuti bis, altre comunicazioni di modifiche unilaterali sarebbero arrivate perfino a settembre, ignorando anche il Codice di condotta Arera sul preavviso. Alcuni utenti sarebbero stati persino minacciati: firma o finisci al fornitore di ultima istanza, una specie di «bolletta di cittadinanza» pagata dalla collettività generale e alimentata con il gas degli stoccaggi, come aveva preannunciato sul suo blog Edoardo Beltrame: «È a rischio l'intera filiera della fornitura di due servizi essenziali, energia elettrica e gas. Arera è impreparato a gestire questa emergenza». Il rischio è che, come sempre, «sarà l'ignaro consumatore a pagare, a restare senza fornitore e magari anche al freddo».
Ma chi stabilirà se il fornitore è talmente in difficoltà da dover risolvere unilateralmente il contratto per non fallire o se invece è stato un furbetto? La magistratura, dice Arera. La stessa che presto sarà chiamata a chiarire se la tassa sugli extraprofitti, bellamente aggirata, è stata formulata in modo chiaro o se è a rischio incostituzionalità.

Nel frattempo l'inverno è alle porte.

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