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Ora un cervellone per aiutare i pm

Sulla giustizia, lo scontro tra poteri è entusiasmante, meglio di Star Wars. Ma a sipario abbassato, è questo che interessa ai cittadini?

Ora un cervellone per aiutare i pm

Sulla giustizia, lo scontro tra poteri è entusiasmante, meglio di Star Wars. Ma a sipario abbassato, è questo che interessa ai cittadini? Sono queste le cose che fanno del nostro sistema giudiziario un elemento di freno all'economia, tanto da far desistere le imprese dall'investire nel Bel Paese?

In base al Rapporto Istat, il servizio di erogazione della giustizia civile, perché di questo si tratta al pari della scuola, della sanità e dell'illuminazione delle strade, riguarda in ordine di quantità famiglia e lavoro, incidenti stradali e multe, contrasti condominiali, assicurazioni e banche, clienti e fornitori, sfratti, eredità e fallimenti. Parliamo di alcuni milioni di procedimenti avviati ogni anno, che poi durano in media diversi anni. Sulla giustizia penale, con tutti i distinguo del caso, le cose non stanno diversamente.

La giustizia in Italia non è il grande procuratore sotto scorta in lotta contro la criminalità organizzata, né la procura che persegue il politico di turno. Il sistema di regolamentazione delle carriere svelato negli ultimi anni non è rilevante ai fini di uno sfratto o di un divorzio, ma solo per la tranquillità di qualche centinaio di potenti, tra politica ed imprenditoria.

La giustizia che arriva, anzi non arriva ai cittadini è quella di milioni di procedimenti che non interessano a nessuno e che non fanno notizia. Su cui non ci sono scontri titanici tra poteri politici, giudiziari ed economici.

Un Paese moderno che riforma la giustizia nel 2022 deve guardare avanti, e avanti c'è la tecnologia, ci sono i sistemi esperti e più avanti ancora c'è l'intelligenza artificiale. Adesso i controlli dei termini e altri requisiti oggettivi sono esercitati dagli umani, mentre potrebbero essere affidati a un sistema. Quanti errori materiali, termini scaduti, cause di nullità emergerebbero all'istante, risparmiando tempo e lavoro a tutti i soggetti coinvolti?

Leggiamo del deposito telematico degli atti. È giurassico, come se un bonifico online prevedesse di compilare il form e mandarlo scannerizzato alla banca. Sono gli atti stessi che devono essere digitalizzati, in modo che tutto ciò che c'è dentro sia analizzabile dal sistema esperto, prima che letto da un umano. La giustizia del futuro, cui la riforma dovrebbe tendere, non si baserà non più sulla carta, ancorché digitalizzata, ma sulle informazioni che oggi stanno scritte sui fogli e domani dovrebbero stare solo dentro i server. È la differenza che passa tra un quotidiano in pdf e l'informazione online.

Questo oggi, mentre domani l'intelligenza artificiale potrebbe assistere il magistrato, aiutandolo nella valutazione delle questioni, in modo da velocizzare il suo operato e limitare gli errori.

Perché non c'è eco di tutto ciò? Perché si pensa che la giustizia possa essere riformata dai tecnici del diritto e del processo, senza l'aiuto dei tecnici della modernità e delle tecnologie? Perché non sono state coinvolte risorse del calibro di Colao? Così la riforma nasce già vecchia.

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