Cronaca internazionale

Orgia gay, bufera sulla Chiesa polacca

Gigolò in overdose da Viagra nel festino in casa del parroco. Il vescovo costretto a dimettersi

Orgia gay, bufera sulla Chiesa polacca

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Il papa non poteva che accettare la richiesta di dimissioni del vescovo di Sosnowiec, Gregorz Kaszak. Troppo cinematografico, lo scandalo che ha travolto la sua diocesi nel Sud della Polonia. È accaduto infatti che nella notte tra il 30 e il 31 agosto un prete, tale Tomasz Zmarzly, abbia pensato bene di organizzare nella sua abitazione privata di Dabrowa Gornicza, un comune di 116mila abitanti, un festino omosessuale. Un'orgia che sarebbe forse passata sotto silenzio se non fosse stato per un incidente di percorso: uno dei «prostituti» ingaggiati per animare l'allegro ritrovo ha assunto troppo Viagra per essere all'altezza delle aspettative e si è sentito male, perdendo i sensi. Don Tomasz, sacerdote della parrocchia della Beata Vergine Maria degli Angeli, quando si è visto alla porta i paramedici chiamati da qualcuno degli invitati e accorsi con un'ambulanza per soccorrere il povero «ragazzo di vita» in overdose, ha perso il controllo della situazione e si è rifiutato di farli entrare, guadagnandosi una denuncia e un'inchiesta.

Della sua sorte ora si occuperanno i giudici terreni e quelli ultraterreni, che potrebbero anche disporne la riduzione allo stato laicale. Deciderà la commissione sull'Orgiagate istituita dal vescovo Kaszak, 59 anni, per indagare sulle «violazioni del diritto divino e canonico». Questa solerzia però non è bastata a Kaszak, così come non hanno convinto l'opinione pubblica né le generiche frasi di rassicurazione del vescovo («nella nostra diocesi non può esserci consenso al male morale») né gli inviti a non generalizzare («etichettare tutti i sacerdoti di Dabrowa Gornicza è ingiusto»). Alla fine Kaszak si è arreso all'evidenza: ha così annunciato le sue dimissioni e le ha recapitate al Vaticano. Àdieu.

Lo scandalo di Dabrowa Gornicza turba una chiesa polacca già scossa dallo schiaffo elettorale dello scorso 15 ottobre, quando il partito di governo, il sovranistissimo PiS, è uscito ridimensionato dalle urne malgrado la curia polacca si fosse come sempre impegnata a sostenerlo, anche in cambio di cospicui finanziamenti alle parrocchie più sperdute. Primo nei voti, il partito di Jaroslav Kaczynski, ma senza i numeri per governare. Compito che forse spetterà alle forze europeiste. La dimostrazione che la chiesa cattolica nella terra di Karol Wojtyla conta sempre meno.

E certo, le orge gay non aiutano.

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