Politica estera

Parigi punisce l'antisemita eroe dem

Il sindaco Hidalgo revoca la medaglia ad Abu Mazen. Dalla sinistra italiana solo silenzio

Anne Hidalgo, sindaco socialista di Parigi, contraria ai monopattini elettrici nella capitale francese
Anne Hidalgo, sindaco socialista di Parigi, contraria ai monopattini elettrici nella capitale francese

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Anne Hidalgo ha revocato ad Abu Mazen la medaglia Grand Vermeil de la Ville de Paris. La Hidalgo, primo cittadino della capitale francese dal 2014 ed esponente socialista, ha preso questa decisione dopo le frasi antisemite che il leader palestinese ha pronunciato il 26 agosto scorso. Il discorso di Abu Mazen è stato tenuto a Ramallah durante l'estate ma è emerso solo nel corso di questi giorni. La Grand Vermeil non è un'onorificenza tra tante: esiste dal 1911 ed è considerata il riconoscimento più alto tra quelli che possono essere conferiti dalla Ville Lumiere.

Per la Hidalgo, Abu Mazen ha «giustificato lo sterminio degli ebrei d'Europa». Non solo: il presidente dell'Anp ha anche espresso pensieri «contrari ai nostri valori universali e alla verità storica della Shoah». La scelta dell'ex candidata alla presidenziali francesi (soltanto l'1.5% per lei nel 2022) è stata tanto repentina quanto decisa. La stigmatizzazione è arrivata con la «massima fermezza», assicurano da Parigi.

Il presidente dell'Anp non è nuovo a uscite di questo tipo: in questa circostanza, Abu Mazen ha costruito un ragionamento sul perché, secondo lui, Hitler abbia deciso di perseguitare gli ebrei. «Tutti - ha fatto presente il politico palestinese - sanno che nella Prima guerra mondiale Hitler era un sergente. Combatteva gli ebrei perché si occupavano di usura e di traffici monetari. A suo parere erano impegnati in sabotaggi, e perciò li odiava». E ancora: «Ma un punto deve essere chiaro: non aveva a che vedere con semitismo o antisemitismo». Parigi, alla sola emersione dei virgolettati, ha reagito subito.

«Lei - ha fatto presente la Hidalgo, riferendosi all'ottantasettenne leader di Fatah - ha giustificato lo sterminio degli ebrei d'Europa nella Seconda guerra mondiale, con una manifesta volontà di negare il genocidio di cui furono vittima le popolazioni ebree d'Europa da parte del regime nazista e dei suoi alleati». E la Grande Vermel de La Ville de Paris non può che essere revocata. «Nessun motivo può giustificare il revisionismo e il negazionismo», ha chiosato la Hidalgo, nella sua missiva ufficiale, che è stata resa pubblica su X da Yonathan Arfi, presidente del Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia. Hidalgo ha dato vita a un gesto simbolico che fa molto rumore. Ma anche altre istituzioni, Unione europea in primis, hanno espresso una ferma condanna. «Il discorso pronunciato da Abu Mazen contiene osservazioni false e grossolanamente fuorvianti sugli ebrei e sull'antisemitismo», hanno scritto in una nota ufficiale da Strasburgo e Bruxelles.

Abu Mazen, nell'intervento tirato in ballo, ha anche provato ad argomentare: «Viene detto che Hitler uccise gli ebrei in quanto tali, che l'Europa odiava gli ebrei perché tali. Non è vero. Gli ebrei erano odiati per il loro ruolo sociale, non per la loro religione», ha insistito il leader dell'Anp.

Dani Dayan, presidente dello Yad Vashem, ha detto la sua sull'episodio. Per Dayab, le frasi di Abu Mazen «non sono solo un esempio di negazione e distorsione dell'Olocausto, ma utilizzano stereotipi antisemiti profondamente radicati». Gilad Erdan, ambasciatore israeliano all'Onu, ha fotografato il valore delle idee propinate da Abu Mazen: «Come Abu Mazen incolpa gli ebrei per l'Olocausto, allo stesso modo li incolpa per i problemi in Medio Oriente - ha osservato il diplomatico - mentre diffonde questo antisemitismo puro, paga i terroristi palestinesi per assassinare gli israeliani e applaude pubblicamente al terrorismo palestinese», ha tuonato.

Attorno a questo caso, c'è forse ancora molto silenzio. Ma l'Occidente, con il sindaco parigino in testa, ha scelto di far sentire la sua voce.

E per non lasciare che il tutto passasse in sordina senza esiti né condanne.

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