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Passa la linea Draghi: via libera all'agenzia cyber

Via libera della Camera al decreto che istituisce l'agenza Cyber. Vengono dribblati i più scomodi emendamenti grillini ispirati da Conte: ora la palla passa al Senato.

Passa la linea Draghi: via libera all'agenzia cyber

Nella giornata odierna l'aula della Camera ha approvato con 388 voti favorevoli, 1 contrario e 35 astenuti il decreto legge in materia di Cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) promulgato a giugno da Mario Draghi per dare corpo alla proposta in materia dell'autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, il prefetto Franco Gabrielli. La votazione a Montecitorio impone un'accelerazione al percorso di esecuzione di un decreto ritenuto strategico da Palazzo Chigi, che va a ampliare i perimetri della sicurezza nazionale senza sovrapporsi in maniera confusionaria a quella del Dis, la struttura di coordinamento dei servizi segreti.

Nelle scorse settimane Gabrielli aveva dichiarato che era necessario accelerare il percorso di approvazione ed entrata in operatività dell'Acn, in modo tale da colmare i gap del perimetro nazionale di sicurezza cybernetica e rimettere ordine tra competenze e ordinamenti. E perimetrare nel migliore dei modi gli spazi garantiti all'agenzia in termini di ricerca, sviluppo di tecnologie e start-up, rapporti con centri di ricerca, università e aziende, definizione dei protocolli ottimali di sicurezza cybernetica, lasciando alle agenzie di sicurezza la cyber-intelligence propriamente detta.

Un percorso chiaro, che è stato portato avanti con il benestare dell'opposizione di Fratelli d'Italia, a un cui convegno Gabrielli ha prospettato la nascita dell'Acn e con il cui esponente Adolfo Urso il prefetto si è confrontato in sede di riunioni del Copasir, ma che ha avuto a lungo sulla sua strada la mina degli emendamenti di alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle. Con diversi esponenti vicini all'ex premier Giuseppe Conte che hanno presentato emendamenti per creare un doppione dell'Acn nel perimetro del Dis e prospettare un rilancio del vago Istituto italiano di cybersicurezza (Iic) che l'avvocato pugliese provò a infilare nell'ultima legge di bilancio.

Alla fine, ha prevalso la linea promossa da Gabrielli e Draghi e gli esponenti pentastellati più addentro alle dinamiche e alle vicende della sicurezza nazionale si sono ben guardati dall'alimentare un dibattito in materia. Preferendo portare all'incasso modifiche ed emendamenti più sostanziali, come quello proposto dall'ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo secondo cui in futuro l’Agenzia potrà promuovere la costituzione di cosiddetti cyberparchi sullo modello israeliano di Beer Sheva, istituendo “aree dedicate allo sviluppo dell’innovazione finalizzate a favorire la formazione e il reclutamento di personale nei settori avanzati dello sviluppo della cibersicurezza, nonché promuovere la realizzazione di studi di fattibilità e di analisi valutative finalizzate a tale scopo”.

Diversi esponenti della maggioranza hanno dichiarato la loro soddisfazione per il passaggio positivo a Montecitorio. Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé (Forza Italia) ha parlato di "un atto fondamentale per rendere l'Italia un Paese autonomo e sovrano da un punto di vista tecnologico e informatico, in grado di rispondere tempestivamente ad attacchi cyber sempre più frequenti e pericolosi per la sicurezza nazionale", sottolineando che "il ministero della Difesa che avrà specifiche competenze in ambito di ricerca militare, raccordo con autorità sovranazionali come la Nato, formazione e futura costituzione della Cyber Defence Academy", come del resto proposto in appositi emendamenti approvati dopo esser stati presentati dagli azzurri. Alberto Pagani, capogruppo Pd in Commissione Difesa, ha invece dichiarato che "le tecnologie digitali hanno già cambiato e stanno continuando a cambiare la nostra vita, la nostra quotidianità, ed è per questo che la minaccia cyber è uno dei principali rischi per la sicurezza nazionale". Dal Movimento, al tempo stesso, è stata fatta filtrare una certa soddisfazione, in maniera tale da sopire sul nascere ogni possibile polemica sui gesti autonomi di alcuni dei suoi esponenti. La linea del neo-capo politico Giuseppe Conte si ritrova però, in quest'ottica, completamente smantellata sul cyber. E la prospettiva di una prossima entrata in vigore dell'Acn si avvicina sempre più: entro il 13 luglio il testo dovrà essere approvato dal Senato prima che il decreto scada.

Ma l'attestazione del fatto che sulla linea Draghi-Gabrielli non si transigerà è una buona garanzia per il futuro del testo.

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