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Pd e M5s lanciano il festival Ong: cancellate le multe milionarie

Pronta la riforma dei dl Salvini. In caso di violazione, si applica il Codice dalla navigazione: sanzioni alle Ong di 560 euro. E torna la protezione umanitaria

Pd e M5s lanciano il festival Ong: cancellate le multe milionarie

Cambia tutto, o meglio tutto torna come prima. La maggioranza gialloverde è pronta a dire addio ai decreti sicurezza che hanno caratterizzato l’esperienza di governo targata Lega e M5s. Esulta il Pd, che trova una mediazione sbilanciata a suo favore. E arrossisce il Movimento, che quei dl Salvini aveva contribuito ad approvare.

Il fulcro della bozza di riforma, redatta dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ruota attorno alla riduzione delle multe milionarie contro le Ong che violano i divieti di ingresso nelle acque territoriali. Se la nave umanitaria effettua una operazione di Ricerca e soccorso, comunicandolo sia al Centro di coordinamento competente che allo Stato di Bandiera, allora non incorrerà in alcun divieto. In caso contrario, scrive però Repubblica, la violazione non verrà sanzionata con la multa emessa dalla prefettura contro l’armatore, ma sarà il giudice a decidere. L’Ong, infatti, all’ingresso in acque territoriali rischia di incorrere nella violazione del Codice della navigazione, punito con 2 anni di carcere e una sanzioe modestissima: solo 560 euro contro la forbice che va da 250mila euro a un milione che il prefetto era autorizzato a comminare grazie ai dl Salvini. E niente arresto per il comandante o sequestro immediato dell'imbarcazione, come previsto dalla normativa vigente.

M5s e Pd si sono visti ieri insieme alla Lamorgese. Entro dieci giorni dovrebbero incontrarsi di nuovo per limare gli ultimi dettagli del testo. Poi la proposta verrà portata da Lamorgese in Consiglio dei ministri. Resta per ora sul piatto la possibilità di lasciare le multe da 10mila a 50mila euro, come previsto nel primo decreto Sicurezza. Ma il nodo deve ancora essere sciolto.

Le altre novità targate M5s-Pd riguardano i permessi di soggiorno e lo Sprar. Torna la protezione umanitaria, anche se non si chiamerà così e forse non sarà di maglie così larghe come lo era prima dell’intervento della Lega. I permessi speciali verranno estesi a chi rischia di subire nel suo Paese "trattamenti inumani e degradanti", a chi necessita di cure mediche e a chi proviene da Stati dove siano in corso "gravi calamità". Inoltre, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il divieto di iscrivere all’anagrafe i richiedenti asilo, l’idea ora è quella di assegnargli anche una sorta di carta di identità della validità di tre anni. Si dimezzano anche i tempi di permanenza nei Centri per il rimpatrio, che scendono da 180 a 90 giorni. L’ultima novità riguarda lo Sprar: potranno accedervi, di nuovo, anche i richiedenti asilo.

Ma saranno i Comuni, che già assicurano il servizio a titolari di protezione umanitaria e minori non accompagnati, a decidere se accoglierli e fornire loro servizi per l’inclusione.

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