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Il Pd (saldamente) riparta dagli avverbi

C'è modo e modo per analizzare una sconfitta elettorale. Al Nazareno, per esempio, pare quasi che abbiano vinto

Il Pd (saldamente) riparta dagli avverbi

C'è modo e modo per analizzare una sconfitta elettorale. Al Nazareno, per esempio, pare quasi che abbiano vinto. «Il Partito democratico rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell'opposizione», hanno scritto l'altra sera sui social network a poche ore dall'esito del voto. «L'ottimo risultato della città di Milano dove siamo saldamente in testa rispetto a Fontana, nonostante la presenza di Letizia Moratti, è la conferma della ricchezza rappresentata dalle nostre esperienze di governo», ha spiegato invece il candidato (sconfitto) in Lombardia Pierfrancesco Majorino. Insomma, «abbiamo saldamente perso»: ora il Pd riparta dagli avverbi.

Non vorremmo mai essere al posto - saldamente traballante - di Enrico Letta, ma possiamo suggerirgli alcune frasi per i prossimi post. «Abbiamo saldamente convinto il 60 per cento degli italiani a non presentarsi alle urne»; «Sono passati cinque mesi dalla sconfitta alle elezioni politiche, in tutto questo tempo abbiamo saldamente cercato un nuovo segretario»; «Siamo saldamente dalla parte dei lavoratori a cui abbiamo saldamente voltato le spalle»; «In Parlamento siamo saldamente ininfluenti»; «Abbiamo saldamente cambiato più volte la data delle primarie»; «Siamo saldamente alleati a giorni alterni con il Movimento 5 Stelle»; «Siamo saldamente in lite con Renzi e Calenda». Ah no, questa è vera.

Allo stesso modo possiamo immaginare il segretario dem declinato nel cinema, nella musica e nello sport. Letta versione capitano del Titanic: «Stiamo saldamente affondando»; Letta versione allenatore che ha perso lo scudetto: «Siamo saldamente vicecampioni»; Letta versione Ungaretti: «Si sta come d'autunno saldamente sugli alberi le foglie»; Letta versione Clark Gable: «Saldamente, me ne infischio». Oppure si può sempre ricordare (e parzialmente parafrasare) il ciclista reso celebre da Walter Chiari: «Ciao mamma, sono contento di essere arrivato due».

Sì, ma saldamente.

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