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"Piantedosi non si tocca. Serve umanità e rigore"

Il sottosegretario all'Interno: "I responsabili sono gli scafisti. Torniamo ai decreti Salvini"

"Piantedosi non si tocca. Serve umanità e rigore"

Sottosegretario Nicola Molteni, il ministro dell'Interno è sotto accusa per il naufragio di Cutro. C'è stato un ritardo nei soccorsi?

«Il ministro Piantedosi gode della totale fiducia della Lega e della maggioranza. Sull'immigrazione si sta coniugando umanità e fermezza. La strumentalizzazione operata in questi giorni dalla sinistra denota scarsa responsabilità difronte a una tragedia che deve unire e non dividere. C'è una inchiesta della magistratura sull'accertamento dei fatti, sia per il naufragio e anche nei soccorsi, rispettiamola. Frontex ha evidenziato che l'imbarcazione non versava in stato di pericolo, aveva una buona galleggiabilità e la percorrenza era regolare. Chi oggi tenta di infangare l'operato del soccorso nazionale delegittima una eccellenza del nostro Paese».

Qualcuno nel governo ha mai pensato veramente di sacrificare il ministro dell'Interno, che affronterà l'aula martedì prossimo?

«Pura fantascienza. Piantedosi è ministro capace, un servitore dello Stato attento. Sta facendo bene e lavorare con lui è per me un onore. C'è solidità e condivisone politica. Lasciamo alle sinistre la propaganda che denota debolezza».

In particolare Piantedosi è sotto attacco anche per aver detto che gli immigrati non devono partire. Una frase che l'opposizione ha definito «disumana»

«Di disumano c'è solo la condotta dei trafficanti. Negli ultimi 10 anni abbiamo riscontrato oltre 25mila morti e dispersi nel Mediterraneo che è diventato un cimitero. Numeri impressionanti. Non possono essere gli scafisti a selezionare chi entra in Italia. Gli unici responsabili di questa immane tragedia a Crotone sono i trafficanti di esseri umani che lucrano e speculano sulla pelle dei migranti, utilizzando i soldi delle tratte per investire in droga e armi, utilizzando barconi fatiscenti e di scarsa qualità.

Viene incolpata anche la Guardia Costiera.

«La Guardia costiera è un'eccellenza del sistema di soccorso italiano. L'Italia non deve prendere lezioni da nessuno in punto salvataggi. L'anno scorso su 105mila sbarchi, la Guardia costiera e la Guardia di finanza hanno soccorso oltre 50mila persone».

Ma come si fa a fermare le partenze?

«Bisogna lavorare sulla dimensione esterna dei confini. I meccanismi di distribuzione dei migranti, tipo patto di Malta del 2019, sono stati modelli fallimentari. Non si bloccano le migrazioni distribuendo clandestini in Europa, bensì sviluppando accordi di partenariato nazionali o meglio ancora europei con i paesi di partenza e transito. Accordi di immigrazione e sicurezza con una valenza economica e commerciale».

Le Ong hanno un ruolo nel traffico clandestino di persone?

«L'ultima relazione annuale degli 007 afferma che le Ong sono un vantaggio logistico per gli scafisti. Un pull factor di immigrazione illegale, la loro presenza nel Mediterraneo fa da calamita alle partenze. Il decreto Ong non le criminalizza ma le regolamenta. Il governo ha il diritto di non delegare il soccorso in mare a soggetti privati stranieri, finanziati da Stati esteri, che fanno intervento in acque Sar straniere».

Il barchino è partito dalla Turchia ed è passato dalle coste della Grecia. Perché invece di cercare un porto sicuro lì, sono venuti diretti in Italia?

«La politica di contrasto all'immigrazione illegale in Grecia è particolarmente rigorosa. Rimango convinto che sull'immigrazione serva una visione e una soluzione europea. Grazie al Governo i tavoli europei si sono riaperti soprattutto sul riconoscimento della priorità di affrontare il tema migratorio nella rotta del Mediterraneo centrale, quella che tocca l'Italia. Ma se l'Europa non passa in tempi rapidi dalle parole ai fatti si impone un intervento normativo nazionale. Tradotto, dobbiamo reintrodurre rapidamente i decreti Salvini che ridussero sbarchi, partenze e morti. Le norme sono già pronte!»

Il governo sta pensando un decreto flussi, per far entrare legalmente nuovi immigrati. Servono come manodopera?

«L'immigrazione se non governata e regolata genera caos e disordine. Genera invisibili e fantasmi, produce caporalato, sfruttamento e lavoro nero. Senza regole si ha illegalità e criminalità che si riscontra sui territori. La traiettoria del Governo è chiara: tolleranza zero verso la clandestinità e valorizzazione dei percorsi legali. Il nuovo decreto flussi è da 82.700 e afferma un principio: prima di accedere al lavoratore straniero si verifica la disponibilità della medesima qualifica presso i centri per l'impiego del lavoro in Italia.

Con la cancellazione del reddito di cittadinanza si attingerà maggiormente al lavoro italiano».

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