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Picchetto per impedirgli l'entrata a scuola. E il professore si fa largo con l'ombrello

Il liceo classico Parini è il sesto istituto occupato. Gli allievi: "Insegnante tosto"

Picchetto per impedirgli l'entrata a scuola. E il professore si fa largo con l'ombrello

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Picchetto per impedirgli l'entrata a scuola. E il professore si fa largo con l'ombrello

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Giovani, colorati, irruenti. E a parole così pubblicamente «teneri» con i loro docenti da far dimenticare per un attimo persino l'ironia e la strafottenza che in realtà li anima. Gli studenti del liceo classico «Giuseppe Parini» di via Goito - da ieri mattina sesto istituto scolastico superiore milanese occupato in poco più di due mesi - infatti non hanno dubbi sulle modalità e sulle intenzioni del gesto del loro prof di italiano e latino. Che ieri mattina ha brandito l'ombrello in mezzo alla folla di ragazzi che gli impedivano di entrare a scuola. E, allineati, lo scagionano tutti. O così pare.

«Ha cercato di rompere il picchetto agitando l'ombrello, incurante del nostro schieramento e dei fumogeni accesi davanti all'ingresso della scuola. Era chiaro che non volesse fare male e che, nella calca, si sia fatto coinvolgere dal clima di fermento - spiegano, tutti d'accordo, quattro ragazzi fuori dalla scuola a due passi da Brera -. Da lui in un certo senso ce l'aspettavamo: anche in classe aveva dichiarato più volte che nessun picchetto l'aveva mai lasciato fuori da scuola». «È stato coerente con il suo pensiero, noi queste cose le apprezziamo» commenta un altro allievo del Parini, sornione, davanti a un cappuccino al bar. «Adesso però sa che i picchetti non si sfondano...» fa notare diretto e beffardo un compagno di classe che gli sta seduto accanto e che definisce il prof «un tipo tosto».

«Tosta» si sta rivelando la stagione di mobilitazione studentesca sotto la Madonnina. Iniziata con il botto quando nella prima occupazione - quella a fine gennaio del liceo scientifico e istituto professionale «Severi-Correnti» - dopo una nottata di bagordi, il bilancio dei vandalismi si è rivelato oneroso (70mila euro di danni), senza contare tutto il resto: la chiusura per l'inagibilità della struttura, lo stop temporaneo delle lezioni e, insieme all'ira governativa (quella del ministro dell'Istruzione Valditara) anche la paura di molti di scendere sotto il limite minimo delle ore necessarie per la validità dell'anno scolastico. Dopo il Severi c'è stato quindi il tentativo sfumato di occupare il liceo artistico Boccioni, poi gli studenti si sono «presi» il Virgilio, successivamente al Beccaria, quindi il Moreschi, il Bottoni e ieri il Parini.

Anche il preside del Parini, Massimo Nunzio Barrella, dopo aver avvisato dell'occupazione le forze dell'ordine, pur insistendo che l'atteggiamento del docente con l'ombrello non sia da incoraggiare, ha preferito sfumare parecchio sull'episodio. «Sicuramente si è trattato di una reazione di nervosismo del docente, esasperato perché avvertiva il picchetto come un'ingiustizia - ha commentato con l'AdnKronos Barrella -. Anche per me l'occupazione e i picchetti sono antidemocratici, violenti». E questo il preside (che ieri notte ha dormito a scuola) ci ha tenuto a dirlo ai ragazzi, usando il microfono e una cassa dal suo ufficio.

Intanto, secondo il periodico monitoraggio del portale Skuola.net anche quest'anno le aggressioni ai docenti delle superiori da parte degli studenti non accennano a diminuire: un alunno su 5 ha assistito ad aggressioni per lo più verbali, ma anche fisiche, nei confronti dei prof.

E, in 1 caso su 3, ciò avverrebbe addirittura frequentemente.

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