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Il ritorno dopo nove anni: standing ovation per il Cav, in piedi anche Meloni e i ministri

Il leader di Forza Italia parla in Senato prima di votare la fiducia al governo Meloni. Per lui la standing ovation della premier e dei ministri

Il ritorno dopo nove anni: standing ovation per il Cav, in piedi anche Meloni e i ministri

La voce del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, risuona nei corridoi del Senato. Tutti sono in religioso silenzio davanti agli schermi disseminati nelle sale di Palazzo Madama. Deputati, assistenti, giornalisti. Ascoltano cosa dirà il politico che ha scritto la storia politica italiana degli ultimi trent’anni e che oggi avoca a sé il ruolo di fondatore del centrodestra: "Se oggi per la prima volta alla guida del governo del Paese, per decisione degli elettori, c’è una esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo è possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per la Nazione".

"Una coalizione – ricorda - che in 28 anni non si è mai divisa e che ha saputo governare insieme e stare insieme anche all’opposizione, una coalizione che ha guidato e guida la maggioranza delle regioni italiane, che è sempre stata artefice di grandi scelte di democrazia e di libertà". Il leader di Forza Italia torna in Senato dopo nove anni. Torna da protagonista con un discorso di altissimo valore in cui traccia la rotta che il nuovo governo dovrà seguire per dare risposte alle emergenze che minacciano famiglie e imprese e riafferma principi e valori cardine della coalizione. E con cui mette definitivamente la parola fine a tutte le polemiche delle scorse settimane.

"Non abbiamo mai compiuto una scelta di politica internazionale, che non fosse dalla parte dell’Occidente e della libertà", rivendica. Plaude al discorso pronunciato ieri da Giorgia Meloni, che chiama "signor presidente", insiste sulle priorità, dalla riforma della tassazione "per un fisco più equo e leggero" a quella della giustizia. Una riforma, quest'ultima, che deve essere "garantista" e che Berlusconi definisce irrinunciabile "per una questione di civiltà e di libertà". Non manca un passaggio sulla natalità, applaudito dalla capogruppo Licia Ronzulli. "Siamo per la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, siamo per il sostegno alla natalità, siamo per la difesa e la valorizzazione della famiglia e della sua funzione sociale irrinunciabile", afferma l'ex premier.

"Sono tutti temi - assicura - sui quali il nostro governo, ne sono certo, saprà intervenire con coraggio, e con senso di responsabilità". Conferma l’impegno a "lavorare per la pace, in pieno accordo con i nostri alleati Occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucraino". "Su questo – rimarca - la nostra posizione è ferma e convinta, è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo". Ricorda il grande lavoro diplomatico svolto nel 2002 che ha portato alla pax di Pratica di Mare tra l'allora presidente americano George W. Bush e Vladimir Putin. "Un accordo considerato da tutti come un vero e proprio miracolo", sottolinea Berlusconi.

"Il mio progetto, le speranze di molti, erano allora quelle di recuperare la Russia all’Europa", spiega, con l'obiettivo di "poter affrontare insieme con un Occidente rafforzato dall’apporto della Russia alla grande sfida sistemica del 21° secolo, quella del pericoloso espansionismo cinese". "Purtroppo - va avanti - l’invasione dell’Ucraina ha vanificato questo nostro disegno, perché siamo tornati a prima del 2002, con la Russia isolata dall’Europa e con l’Europa e l’Occidente uniti contro la Russia. E noi, naturalmente, in questa situazione non possiamo che essere con l’Occidente, nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l’Ucraina".

A Giorgia Meloni promette che "Forza Italia lavorerà al suo fianco con impegno e con lealtà, per realizzare il programma sul quale abbiamo avuto la fiducia degli italiani". "Lo faremo da liberali, da cristiani, da garantisti, lo faremo da europeisti e da atlantici", promette utilizzando le stesse parole pronunciate nel 1994 in quella stessa Aula, per chiedere al Senato la fiducia per il primo governo di centrodestra. Un invito a "sognare, ad occhi bene aperti un nostro futuro migliore, un’Italia più giusta, più generosa e più sollecita verso chi ha bisogno e verso chi soffre, un’Italia più moderna e più efficiente, di un’Italia più prospera e più serena, più ordinata e più sicura". "Queste le mie parole di allora, queste le mie parole di oggi", conclude facendo gli auguri al nuovo governo per i "prossimi cinque anni di lavoro".

Al termine del discorso i parlamentari di Forza Italia si alzano in piedi, poi quelli del centrodestra, poi il premier e i ministri, che lo salutano con un lungo applauso e una standing ovation. Una scena inusuale, che non si vede tutti i giorni.

Un tributo sincero a chi ha fatto la storia del centrodestra italiano.

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