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Primo sì alla Manovra. Ora palla alla Camera

Il Senato ha approvato la Manovra con 109 sì, 72 no e 2 astenuti (i due senatori a vita Elena Cattaneo e Mario Monti)

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Il Senato ha approvato la Manovra con 109 sì, 72 no e 2 astenuti (i due senatori a vita Elena Cattaneo e Mario Monti). Il provvedimento ora passa all'esame dell'aula di Montecitorio e il via libera finale del Parlamento è previsto - in base agli accordi intercorsi tra i gruppi - senza fiducia nella giornata del 29 dicembre. «Abbiamo approvato il bilancio dello Stato, dove c'è dentro anche quello che abbiamo fatto - ha commentato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgietti -. Tanti l'hanno criticato, siccome viviamo in tempi complicati, speriamo non sempre ci sia una guerra in Europa, abbiamo deciso di aiutare le famiglie italiane più bisognose proprio nel 2024, perché ci siamo resi conto che purtroppo questa guerra ha portato anche tanta inflazione nelle case degli italiani. Ignorare questo sarebbe ignorare la realtà».

Dopo il voto sul maxi emendamento che raccoglieva le modifiche introdotte durante il passaggio in commissione Bilancio, il governo si era riunito sotto la direzione del vicepremier Salvini per approvare le modifiche, prima di far tornare il testo in aula per il voto finale. Il disegno di legge di bilancio 2024-2026, comprensivo degli emendamenti approvati, attesta il saldo netto da finanziare di competenza a circa 198,9 miliardi nel 2024, a 165,3 miliardi nel 2025 e a 131,6 miliardi nel 2026. Il corrispondente livello del saldo netto da finanziare di cassa risulta pari a circa a 250 miliardi nel 2024, a 209 miliardi nel 2025 e a 176,1 miliardi nel 2026. Tra le principali modifiche apportate durante l'esame parlamentare rientrano misure di carattere sociale, a sostegno dell'ordine pubblico e della sicurezza, nonché in favore delle imprese e degli investimenti pubblici. Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti della maggioranza di governo. «Questa legge di Bilancio segna una svolta - commenta il capogruppo al Senato di Fratelli d'Italia, Lucio Malan -. Basta con i bonus, superbonus e regali vari all'assistenzialismo.

Puntiamo sul lavoro, sostenendo famiglie e redditi medio-bassi mettendo soldi in busta paga».

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