Coronavirus

La protesta delle discoteche: "Serve una data. A noi regole rigide, ma si balla già ovunque"

I gestori accettano anche i posti dimezzati: "Sulla movida chi controlla?"

La protesta delle discoteche: "Serve una data. A noi regole rigide, ma si balla già ovunque"

Nel frattempo tutti ballano. Basta farsi un giro nelle spiagge, nei locali, nelle piazze. Tavolini che diventano consolle e plateatici che diventano piste dove annegare ancora una volta, come un anno fa, il lockdown. Basta «un po' di musica leggera, perché ho voglia di niente, anzi leggerissima», per ripartire. Le discoteche, ancora chiuse, riapriranno con regole, restrizioni, capienza ridotta, green pass e mascherine, ma allora si sollevano i sindacati e i gestori: «Queste regole devono valere per tutti».

Il Comitato tecnico scientifico ha dato l'ok alla riapertura a patto che vengano seguite le prescrizioni. «Una data certa ancora non c'è dice al Giornale Maurizio Pasca, presidente Silb - Fipe, l'associazione italiana imprese di intrattenimento ballo e spettacolo - tutto è stato demandato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Si è parlato di una riapertura forse per il primo week end di luglio e mi auguro sia così. Le discoteche non sono locali aperti tutti i giorni, per noi perdere un fine settimana è tragico». Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa si era augurato che le discoteche potessero riaprire gradualmente entro i primi dieci giorni di luglio. «E poi continua Pasca - non so nemmeno quanti riapriranno con una riduzione della capienza al 50%. Anche perché ballano ovunque, nei bar, nelle piazze, negli stabilimenti balneari, senza accorgimento alcuno per la sicurezza sanitaria». In Puglia, con la capienza dimezzata avevano denunciato i gestori, l'80% delle discoteche rischia di non riaprire. «Noi siamo d'accordissimo con le regole dice - ma allora devono valere per tutti. Invece vediamo che si balla ovunque e questo non va bene. Il rischio in termini di contagio è anche maggiore perché i controlli sono minori. Noi abbiamo dei protocolli rigidi da seguire, regole serie». «Siamo i luoghi principe per accogliere in sicurezza i ragazzi», ci dice Riccardo Tarantoli, presidente Silb Firenze e consigliere nazionale del sindacato. Il suo locale, uno dei più famosi della città fiorentina, il Red Garter, in piedi dal 1962, in 16 mesi è stato aperto 45 giorni. «Abbiamo proposto dice zero riduzione di capienza per i locali all'aperto e sì alla riapertura per le discoteche invernali. Altrimenti qui tra capienza ridotta e green pass non riaprirà nessuno; già il 30% delle discoteche di tutta Italia ha consegnato le chiavi. E poi vediamo questo abusivismo incontrollato e indecente di gente che balla ovunque, ci sono migliaia di video che girano e nessuno dice niente».

Sul fronte si è mosso anche Vincenzo Grasso, presidente Silb Palermo e membro direttivo nazionale, che rileva come la fine delle restrizioni e il ritorno alla zona bianca abbiano provocato una movida selvaggia per le strade e i locali della città, senza che venga garantita la sicurezza sanitaria.

«Non possiamo ancora una volta essere noi il capro espiatorio», ha detto.

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