Guerra in Ucraina

Putin pretende obbedienza."I mercenari giurino fedeltà". E c'è la scatola nera del jet

Se non si trattasse di un attentato in cui hanno perso la vita dieci persone, con l'uccisione di uno degli uomini più in vista nel conflitto dell'ultimo anno, con una vendetta di stato che porta ai regimi peggiori della storia, tra l'altro nell'ambito di una guerra sanguinosa, ci sarebbe da ridere

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Se non si trattasse di un attentato in cui hanno perso la vita dieci persone, con l'uccisione di uno degli uomini più in vista nel conflitto dell'ultimo anno, con una vendetta di stato che porta ai regimi peggiori della storia, tra l'altro nell'ambito di una guerra sanguinosa, ci sarebbe da ridere. Perché quando il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov, dice che «è un'assoluta menzogna che Putin abbia ordinato l'uccisione di Prigozhin», si supera ogni limite di coraggio nell'esibire la propria faccia tosta. Va bene che se Putin dicesse che 2+2 fa 124, Peskov indosserebbe la sua maschera migliore e venderebbe la cosa come la più ovvia delle certezze. Ma è chiaro che, come spesso accaduto in passato, la menzogna rasenti il ridicolo. Come è chiaro che il Cremlino debba negare l'evidenza e mai ammetterà di aver fatto fuori quello che era diventato ormai uno scomodissimo antagonista.

Il dubbio invece resta sulle cause e la dinamica dell'attentato all'aereo di Prigozhin. Ieri recuperata anche la scatola nera del jet, mentre prende sempre più piede l'ipotesi della bomba a bordo, forse un ordigno a orologeria piazzato nel vano bagagli del jet «Embraer Legacy 600» su cui viaggiavano il boss della Wagner e i suoi sodali. Nuovi video mostrano l'ala staccata del velivolo recuperata insieme alla coda a circa 3 km dal luogo dell'incidente. E il vano bagagli si trova proprio tra le ali e la coda. Il distacco della parte posteriore è quindi compatibile con un'esplosione. Uno dei siti web che noleggia il jet, riporta la posizione precisa del bagagliaio che «può ospitare comodamente 13 valigie grandi misura e almeno altrettanti bagagli a mano per un volume totale disponibile per i bagagli di 8,1 metri cubi». Tra cui potrebbe aver trovato posto anche la bomba che lo ha distrutto.

Se lo Zar si guarda bene dal rivendicare l'attentato e, anzi, si lanci nelle condoglianze meno credibili della storia, è certo che abbia colto al volo l'occasione della morte del boss dei Wagner per firmare un decreto che impone ai volontari che si arruolano in formazioni paramilitari (come appunto la Wagner), di prestare giuramento di fedeltà allo Stato. In buona sostanza non vuole ripetere l'errore, correndo il rischio che brigate militari assumano potere al di fuori del suo controllo. «Non so nulla di quello che sarà il futuro della Wagner, ma il gruppo ha dato un grande contributo allo svolgimento dell'operazione militare in Ucraina. L'eroismo di queste persone non sarà mai dimenticato», rilancia lo stesso Peskov. Probabilmente saranno fischiate le orecchie al leader ceceno Ramzan Kadyrov, un altro personaggio senza scrupoli con curriculum da macellaio, che, di colpo, sembra istituzionalizzarsi. «La sua morte è una grande perdita. Siamo stati amici per un lungo periodo, gli avevo chiesto di mettere da parte le sue ambizioni personali a favore dei questioni di massima importanza per lo Stato», ha detto, facendo intendere che la sua fine sia colpa della sua stessa ambizione.

Anche il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, che aveva cercato di sfruttare il caso Prigozhin per acquisire un po' di importanza mentre non sta toccando palla, si schiera, manco a dirlo, dalla parte di padron Vladimir. Lukashenko ha detto di non essersi mai impegnato a garantire la sicurezza di Prigozhin perché lui non gliel'ha mai chiesto, ma più volte lo aveva messo in guardia. Anche se le sue dichiarazioni ufficiali nel recente passato erano ben diverse e, tra l'altro, garantivano la benevolenza di Putin verso il boss dei Wagner. Il bielorusso, che naturalmente scagiona Putin, aggiunge che per ora la brigata resterà nel suo Paese, anche se in molti starebbero pianificando la fuga. E anzi, emerge un'ipotesi ai limiti del surreale. Un gruppo di militanti russi che combatte per l'Ucraina ha infatti invitato i mercenari del Wagner a cambiare schieramento e a unirsi a loro per combattere Mosca. «Potete vendicarvi degli esecutori dei vostri comandanti», ha detto uno dei leader del Corpo dei volontari.

Chissà come la prenderebbero al Cremlino.

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