Guerra in Ucraina

Scambio di prigionieri Mosca-Washington. Ma la Russia accusa: "Kiev giustizia i nostri"

Verso il rilascio del "trafficante di morte" Bout per la star del basket Griner. Il Cremlino: "Uccisi 10 soldati arresi, Zelensky pagherà". La replica: "Ci stavano attaccando". Indaga l'Onu

Scambio di prigionieri Mosca-Washington. Ma la Russia accusa: "Kiev giustizia i nostri"

Ai riflettori è sempre stata abituata. Di certo dall'alto dei suoi 2 metri e 6 centimetri, non è mai passata inosservata. Ma sicuramente Brittney Griner non avrebbe mai pensato di finire al centro di un caso internazionale così grande, che nulla ha a che vedere con il basket che tanto l'ha resa celebre. Eppure adesso la 32enne ragazza americana potrebbe avere un ruolo decisivo nel conflitto tra Russia e Ucraina. Lo scorso febbraio la Griner è stata arrestata a Mosca perché trovata in possesso di olio di cannabis, prodotto vietato in Russia. Nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Di lì a poco inizia l'invasione russa e un'americana famosa fa comodo al Cremlino: condannata a 9 anni in una colonia penale e poi si vedrà. Gli Stati Uniti parlano subito di «detenzione illegale» di una persona trattata come «merce di scambio politico». E non vanno molto distanti dalla verità.

Al punto che dopo voci, trattative e ipotesi, il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov ieri ha riaperto a un possibile scambio di prigionieri a un alto livello ammettendo che ci sono buone possibilità di scambiare Viktor Bout con un cittadino statunitense: «Voglio sperare che questa prospettiva non solo rimanga possibile, ma che si stia rafforzando e che arrivi il momento in cui si trasformerà in un accordo concreto», ha detto. Nello scambio potrebbe rientrare anche Paul Whelan, l'ex marine condannato a 16 anni per spionaggio arrestato a Mosca nel dicembre 2018. Bout infatti non è un prigioniero qualsiasi ma uno tra i maggiori trafficanti d'armi al mondo, noto come il «mercante di morte». Un tribunale americano lo ha condannato a 25 anni di carcere per aver tentato di vendere armi alle Farc colombiane. Non esattamente un ladro di polli. Ma anche una carta importante per Washington da giocarsi per la liberazione della Griner, il cui caso ha fatto scalpore al punto che per lei si è mosso anche il presidente Biden in persona. «Sono terrorizzata di restare qui per sempre», ha scritto la cestista in una lettera prima di essere trasferita in una colonia penale a Yavas, 500 chilometri a sud est di Mosca. Un moderno gulag.

Il tema dei prigionieri di guerra è quindi centrale nel percorso per arrivare a un dialogo tra le parti che possa poi portare a un cessate il fuoco o alla pace. Non a caso lo stesso Zelesnky lo ha segnalato come centrale nelle richieste alla Russia presentate al G20 di Bali. Ma non è per nulla facile. É giallo e polemica su una presunta esecuzione di prigionieri. Mosca accusa Kiev di aver giustiziato almeno 10 soldati russi «in maniera deliberata e metodica sparando direttamente alla testa» dei militari parlando di aperta violazione «dei diritti dei prigionieri di guerra» e aggiungendo di avere la prova video «del massacro perpetrato da soldati ucraini ai danni di prigionieri di guerra russi disarmati che conferma la natura selvaggia dell'attuale regime di Kiev. Zelensky e i suoi scagnozzi dovranno rispondere di ogni prigioniero di guerra ucciso». In realtà i video sono due, uno ucraino e uno russo, e raccontano due verità differenti. In quello ucraino si vede un plotone russo, che decide di arrendersi dopo un'azione, poi si sentono spari, come se altri soldati russi avessero attaccato alle spalle riportando quindi a un'azione «regolare» di difeso. In quello russo invece vengono mostrati gli stessi soldati di Mosca a terra, crivellati di colpi dopo essersi arresi. Quale sia la propaganda e quale la realtà è difficile stabilirlo tra i quotidiani gli orrori di una guerra. Proprio pochi giorni dopo che l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha stilato un report secondo cui sia Russia che Ucraina hanno torturato i prigionieri di guerra. Lo stesso ufficio che ora sta esaminando i due video per valutare responsabilità.

In ogni caso, non esattamente segnali di pace e distensione.

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