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"Lo scoppio della turbina non spiega il fuoco. Forse la causa nelle scintille dell'alternatore"

Il docente del Politecnico: "Il collaudo? Operazione più delicata della manutenzione"

"Lo scoppio della turbina non spiega il fuoco. Forse la causa nelle scintille dell'alternatore"

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"Lo scoppio della turbina non spiega il fuoco. Forse la causa nelle scintille dell'alternatore"

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Alberto Bianchi, professore esperto in impianti speciali idraulici, materia che ha insegnato ad Ingegneria civile del Politecnico di Milano, cosa ha pensato quando ha visto le prime immagini di Suviana?

«Parlavano dello scoppio di una turbina ma quando una turbina scoppia si apre ed esce l'acqua. Non è una bomba, non produce fuoco ma perde acqua. E dall'acqua non nasce il fuoco. Ecco, quel fumo era stato provocato da qualcosa di diverso».

Il prefetto di Bologna ha parlato di un'esplosione durante i lavori di adeguamento della centrale, determinata dall'alternatore di una turbina.

«A questo punto penso che l'alternatore potrebbe aver causato solo delle scintille che a loro volta avrebbero fatto infiammare i liquidi dei comandi oleodinamici».

Dunque la domanda chiave è da dove sia partito il fuoco.

«L'alternatore potrebbe aver originato la scintilla che avrebbe innescato l'incendio dei liquidi combustibili presenti nell'impianto e l'eventuale esplosione».

Nel 2009 in Russia si è verificato un precedente che ricorda quello di Suviana. Nella centrale di Sayano morirono 11 persone. La causa fu l'esplosione di un trasformatore in olio. Dunque gli errori del passato non servono a nulla?

«Nessuno vuol fare un incidente in macchina eppure ogni giorno ne succedono. E chi sostiene che queste cose non dovranno ripetersi mai più dice una cosa non vera perché anche il più assurdo incidente può ripetersi».

Ma si potrà capire cosa è andato davvero storto?

«Senza conoscenze dettagliate al momento si possono solo fare delle ipotesi. Servirà un'indagine condotta da un team di ingegneri: idraulico, meccanico, elettrotecnico».

Si è parlato tanto della turbina. Qual è la sua durata in una centrale?

«Esistono impianti idroelettrici che hanno più di cent'anni. E la vita di una turbina può raggiungere anche gli 80 anni. Ma a volte si sostituisce solo la ruota interna e si tiene la scatola che la contiene. Io so di turbine vecchie revisionate e rimesse sul mercato. Del resto il Duomo di Milano ha 400 anni ma le lampadine non sono quelle di Edison».

Quale manutenzione è richiesta per il buon funzionamento e la sicurezza di una centrale?

«Impossibile dire, dipende dalle parti dell'impianto. Per esempio, in un'automobile gli pneumatici vanno cambiati spesso, mentre per i filtri c'è più tempo. Certo è che la manutenzione dell'impianto dev'essere rigorosa».

La tragedia è avvenuta durante un collaudo. Com'è possibile?

«Nell'operazione di sostituzione e qualcosa è andato storto. Del resto il collaudo si svolge una volta nella vita di un'apparecchiatura o a seguito di una modifica ed è un intervento più delicato del funzionamento di routine».

Ma questo impianto rimane una struttura pericolosa?

«Quando ritornerà in funzione sarà sicura almeno quanto prima dell'incidente.

Ricordo che impianti analoghi a quella di Bargi sono molto importanti perché al momento restano il sistema più efficace per immagazzinare la corrente elettrica».

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