Coronavirus

Scuole chiuse in un Comune su otto. E Bianchi ammette: c'è la possibilità che manchi personale

Scuole in fibrillazione in vista del ritorno in classe in presenza oggi

Scuole chiuse in un Comune su otto. E Bianchi ammette: c'è la possibilità che manchi personale

Scuole in fibrillazione in vista del ritorno in classe in presenza oggi. Mentre prosegue il braccio di ferro tra il governo che non arretra e le Regioni «ribelli» che hanno deciso di far slittare le lezioni in presenza, presidi e docenti si preparano ad affrontare il primo giorno di scuola dopo le vacanze di Natale con tutti i nodi conseguenti alla pandemia ancora da sciogliere. Dopo due anni i problemi restano gli stessi: spazi insufficienti, testing lumaca, strutture inadeguate, mezzi pubblici strapieni.

Certamente la soluzione non può essere quella di tornare ancora una volta alla didattica a distanza come ha deciso il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che con un'ordinanza ha fissato il rientro in presenza addirittura al 29 gennaio. Ordinanza che il governo ha già deciso di impugnare ma che ha suscitato anche la rabbia di molte famiglie contrarie alla dad. Un gruppo di genitori ha già presentato ricorso al Tar.

Diverso il caso della Sicilia che ha posticipato il rientro di tre giorni mentre in molte regioni ci sono diversi comuni che a causa dei contagi hanno deciso per lo slittamento, circa un migliaio. Ma anche chi riapre non nasconde una grande preoccupazione sulla riapertura in presenza. «Tutti noi vogliamo tenere aperta la scuola, ma non ci sono le condizioni- avverte Luca Zaia, presidente del Veneto- Non siamo in grado di reggere. Avremo dal 20 al 30% del personale che non si presenterà all'appello perché quarantenati, malati o non vaccinati».

E infatti presidi e docenti prefigurano il caos. Il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, prevede assenze superiori al 10% nel personale scolastico, docente e non. Sarebbero almeno 300mila gli alunni già positivi al Covid. Impossibile che le Asl possano «smaltire tempestivamente l'enorme carico di lavoro», dice Giannelli. Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ammette che «c'è la possibilità che manchi personale» ma aggiunge che sono stati dati «400 milioni per rinnovare il personale» e potenziato l'organico «con 35mila docenti e altrettanto personale tecnico».

In soccorso delle scuole per supportare l'attività di testing è stato quindi chiamato ancora una volta il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo. «Le scuole sono luoghi sicuri, con le mascherine, con il distanziamento, ed è importantissimo tornare in presenza dal punto di vista sociale, anche di equità sociale», dice il commissario. In un documento indirizzato alle regioni il generale nel sottolineare la necessità «di disporre ulteriori strategie operative finalizzate a massimizzare le attività di tracciamento e testing dei contatti in ambito scolastico» indica come soluzione un «maggior coinvolgimento attivo dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale a supporto delle attività dei dipartimenti di Igiene e Sanità». Insomma l'intervento dell'Esercito per il testing nelle scuole del quale si è parlato un paio di settimane fa non è più evidentemente un' ipotesi sul tavolo. I test gratuiti per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado entrati in contatto con un alunno positivo saranno quindi eseguiti dal medico di famiglia o dietro prescrizione in farmacia, come indicato nella circolare firmata da Figluolo.

La differenziazione tra studenti vaccinati e quelli non vaccinati alle medie e alle superiori, nel caso si identifichino due positivi in classe, disciplinata dal decreto del governo è una misura discriminatoria di difficile applicazione per i presidi. Nel caso i positivi siano due soltanto i non vaccinati andranno in dad. Distinguere tra vaccinati e non anche per i docenti solleva una questione di privacy.

Ieri tra presidi e docenti si rincorrevano riunioni on line e confronti sulle chat per individuare le eventuali criticità. E in tutta Italia centinaia di studenti hanno affollato farmacie e drive in per eseguire un tampone in vista del rientro in classe.

L'Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, Andis, lancia un appello al premier Mario Draghi: «Il governo e il ministero dell'Istruzione hanno il dovere di mettere in campo il massimo sforzo con azioni di affiancamento alle scuole perché diversamente il sistema scolastico non riuscirà a gestire la prevista diffusione del contagio nella fascia di età scolare».

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