Cronache

Se il cognome determina la personalità

"Il cognome è una parte essenziale e irrinunciabile della personalità". Con questa motivazione, il tribunale per i Minorenni di Bologna, ha dato il via libera all'adozione

Se il cognome determina la personalità

«Il cognome è una parte essenziale e irrinunciabile della personalità». Con questa motivazione, il tribunale per i Minorenni di Bologna, ha dato il via libera all'adozione da parte della compagna della madre biologica e ha riconosciuto a una bimba di undici anni (nata con procreazione eterologa da un donatore) il cognome di entrambe le donne.

I giudici hanno inoltre spiegato che l'adozione «risponde pienamente al superiore interesse della minore, consentendole di godere della continuità affettiva, educativa ed emotiva di una famiglia solida e stabile, nella quale la stessa ha potuto costruire la propria identità». Benissimo. Ma è il passaggio sul cognome «parte essenziale e irrinunciabile della personalità» a far riflettere. Leggendo, ci è subito venuto da pensare a come ci abbia forgiati il nostro. Se ci fossimo chiamati in un altro modo avremmo fatto un lavoro diverso, avremmo scelto di sposare un altro uomo o di non sposarci affatto? Di andare ad abitare in Groenlandia, di non avere figli, di studiare il sanscrito o di allevare tigri?

Abbiamo sempre creduto che certi cognomi potessero forse plasmare destini, ma non certo personalità. È più facile che nella vita si finisca con l'occuparsi di pasta se di cognome si fa Barilla, o di cachemire se ci si chiama Loro Piana. È più naturale sposare una nobile quando si è un Grimaldi, viaggiare su un jet privato se si è un Musk, iniziare a giocare a calcio molto presto e molto bene se ci si chiama Martinez o Ronaldo o Leao. Con certi cognomi è in generale più comodo venire al mondo e vivere, perché aprono porte e rendono tutto più semplice. Ma è vero anche il contrario. E cioè che certi (altri) cognomi sono una condanna. Quelli legati a crimini, o quelli trascinati negli scandali. Per non dire di peggio. Stando alla motivazione del Tribunale di Bologna come dovrebbe sentirsi chi si chiama Hitler? Che personalità sarebbe condannato ad avere qualcuno con un cognome come Stalin? O forse, al contrario, è proprio nei loro cognomi che si devono ricercare le motivazioni di certe condotte? È vero, per fortuna o purtroppo, che certi cognomi connotano. Si portano dietro un mondo e un giudizio. Ma nel bene e nel male è rassicurante sapere che da un cognome si inizia, non si finisce. Diversamente non esisterebbe il libero arbitrio, o sarebbe incontrovertibile che le colpe dei padri ricadono sui figli. È giusto, ed è rassicurante che sia un diritto, venire al mondo con un'appartenenza. Potersi ricondurre a qualcuno, a qualcosa, a qualche posto. Ma è altrettanto giusto, ed è rassicurante che sia una certezza, che un cognome sia solo «un cominciare».

Il primo contenitore dentro il quale costruire ciò che si sceglie di essere.

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