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Se la voglia di festa diventa una colpa

Una giornata di pausa rosicchiata dove e come si può. Per chi non ha vacanza ma vuole far andare il fiato e l'immaginazione lunghi in mezzo a un agosto incandescente. Ventiquattro, quarantott'ore per inventarsi una villeggiatura lo stesso. Anche su un balcone, in mezzo a un fiume che non è il mare, in cima a un monte senza sapere bene come far seguire i passi in sicurezza. Mettono tristezza doppia le morti di Ferragosto, e sono tante, perché raccontano di fini senza inizi

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Una giornata di pausa rosicchiata dove e come si può. Per chi non ha vacanza ma vuole far andare il fiato e l'immaginazione lunghi in mezzo a un agosto incandescente. Ventiquattro, quarantott'ore per inventarsi una villeggiatura lo stesso. Anche su un balcone, in mezzo a un fiume che non è il mare, in cima a un monte senza sapere bene come far seguire i passi in sicurezza. Mettono tristezza doppia le morti di Ferragosto, e sono tante, perché raccontano di fini senza inizi. Parlano di entusiasmi imprudenti o di fatalità accanite: la punizione ingiusta per chi avrebbe voluto andarsi a prendere almeno qualcosa. Un refrigerio, un divertimento, una giornata: anche loro come tanti altri. E invece niente. Risucchiati dal vortice della corrente, precipitati per un piede inesperto messo in fallo e c'è perfino un trentaduenne vicentino in gravissime condizioni per essersi ustionato con il barbecue acceso sul suo terrazzo per preparare il pranzo di Ferragosto.

Giornate semplici e morti crudeli. Un astio eccessivo del destino per chi chiedeva in fondo così poco. Eppure ogni anno è lo stesso tragico bilancio con troppa gente che si lancia senza pensare ingolosita da una giornata di vita piena. E dire che gli esperti avvertono, i media mettono in guardia, ma niente. La meta a portata sembra a portata e basta, per tutti. A pochi chilometri di macchina, a poco tempo di distanza, a basso costo. Invece poi il costo diventa altissimo e il viaggio breve è senza possibilità di ritorno. Ma niente. E allora: bagagliai gonfi, zaini stracolmi e appuntamento in autogrill. Orridi, fondali melmosi, acquascooter, nuotate a notte fonda dopo una serata in discoteca, passeggiate in cerca di funghi, tuffi audaci, mulinelli in mezzo ai laghi che inghiottono le bracciate degli avventori... Almeno sei morti, da Bergamo a Fregene, con l'elisoccorso o la Guardia Costiera ad andare a recuperare corpi senza più vita nel giorno di festa. Doveva essere festa, sono cadaveri.

Da restituire a parenti e amici intenti a grigliare, a ridere a far suonare musica troppo alta dagli amplificatori del telefonino su qualche greto rovente e inospitale, a sudare voglia di vacanza per una giornata soltanto.

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